Perché sono a New York?


Già, perché sono a New York?
Ve lo racconto mentre ascolto, dal Mac, Charlie Parker in “I walk alone.
La risposta spontanea,  alla domanda, è perché  New York rappresenta gran parte di ciò che amo ed è in un  paese che vanta la più lunga democrazia del mondo.
Amo il jazz, l’arte, le cose introvabili, la cucina vegan, le stranezze, gli artisti di strada, le librerie e i negozi di musica fornitissimi, i magazzini aperti fino a tardi o 24 ore, lo shopping, i grattacieli bellissimi,   il melting pot e tante altre cose che New York non risparmia.
Questi motivi hanno rappresentato la ragione necessaria ma non sufficiente a farmi volare  fin qui.
Nonostante abbia un’occupazione di quelle definite sicure, il classico posto fisso in un ente pubblico (il sogno di molti, la mia dannazione), ho sempre provato un certo fastidio verso le regole imposte  da quel tipo di lavoro, ritenendolo un limite, non solo alla mia creatività ma anche alla mia autonomia, valori fondamentali per alimentare la motivazione e, di conseguenza, il massimo della resa.
Ma, avendo una figlia piccolissima da mantenere, ho dovuto, inevitabilmente, cercare un lavoro che, a fine mese, mi desse la garanzia di un’entrata certa.
All’epoca di cui parlo era ancora possibile avere un lavoro a tempo indeterminato.
Gli interessi che ho coltivato al di fuori del lavoro mi hanno salvata, fortunatamente, dal grigiore  della routine e da un  insidioso disorientamento.
Nonostante ciò, gli ultimi due anni sono stati talmente tormentati da rendere urgente una decisione.
Alzarmi al mattino per andare al lavoro era una tortura, la giornata lavorativa era un’inquietudine costante, il fastidio sempre in agguato.
Dovevo staccare dal lavoro ma starmene a casa non mi bastava.
Volevo qualcosa di forte, trascinante, pulsante, indimenticabile.

Avendo l’hobby  di creare gioielli artigianalmente,  tanto da organizzarmi in casa un minuscolo laboratorio, mi ero messa in testa di approfondire certe tecniche e impararne di nuove. Dove?
A New York, naturalmente!
Ottenevo  tre piccioni con la classica fava: staccavo radicalmente, imparavo o approfondivo nuove tecniche di gioielleria, miglioravo il mio inglese.
Ho cercato tra le riviste americane di gioielleria cui sono abbonata una scuola a New York.
Ho trovato quella che faceva per me.
Ho coinvolto la mia meravigliosa famiglia che mi ha appoggiata totalmente, mio marito Seb  che mi ha incoraggiata pur sapendo che sarebbe rimasto solo per molti mesi, ho chiesto ferie, aspettativa, ho chiesto il visto all’ambasciata americana, ho cercato un appartamento a Manhattan, mi sono iscritta alla scuola.
Ho descritto un anno di tempo nelle ultime tre righe.
Vi racconterò,  in un  prossimo post, la mia giornata newyorchese.
A voi è mai venuta voglia di staccare? Lo avete realizzato?

1 – Continua…

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13 responses to “Perché sono a New York?

  • Sarosky

    Oh Titti, questo pensiero nomade mi ha fatto veramente riflettere..di prima mattina!! 😉 Spero di cuore di non trovarmi un domani nella tua situazione lavorativa di frustrazione tale da sentire il bisogno di uno stacco così forte. Ammiro il tuo coraggio di prendere coscienza della situazione, organizzarti e partire oltreoceano…tante persone si lamentano ma non fanno nulla-cambiamento piccolo o grande che sia- per cambiare la realtà in cui stanno vivendo, riprendendo la massima di Einstein, sono dei folli. Io devo ancora entrare nel mondo del lavoro, ma mi son resa conto che già la decisione di studiare in Olanda è scaturita da un periodo un po’ critico della mia vita, in cui avevo bisogno di riflettere sul vecchio, aprire gli occhi e cimentarmi in qualcosa di nuovo, che mi desse la possiblità di “rinascere”. 😉 Complimenti davvero per questo articolo, discreto ma diretto…ora però aspettiamo di sapere nel dettaglio che combini nella Grande Mela!! 😀

  • Moky

    … poi non esiste un altro posto come qui, in the old US of A, dove sia possibile reinventarsi una vita, una carriera a qualsiasi eta’… dove l’idea dello stesso “cadreghino” finche’ non si va in pensione (se si va, bada bene….) e’ piu’ snobbata… dove ci si sposta con facilita’ di migliaia di km per lavoro (e io ho parenti e amici che non sono senza lavoro perche’ hanno ricevuto un’offerta a Roma, e come si fa a lasciare la mamma a Milano??? Porelli… io in 18 anni ho fatto piu’ di 10mila km in traslochi, per seguire il marito…)… Insomma, hai scelto di sicuro uno dei luoghi piu’ aperti e che piu’ ispirano cambiamenti del mondo!! E comunque anche se tutti ti dicono/diranno che ti invidiano, non so in quanti avrebbero avuto il tuo coraggio!!

  • Flavia

    Buon Dì…!!! Sono Contenta che questa Esperienza Ti serve e Ti servirà x un Distacco dalla “Noia” della Quotidanietà … ! Sì.. ho avuto il Desiderio di Staccare……..più che Desiderio……… Esigenza Mia e di altre Sistuazione Collegate ..! Arrivata ad un punto “Alticcio” …volente o nolente il Cambiamento l ho dovuto attuare…! Combattuto e Sofferto… rimanendo nella Mia Città bisognava capovolgere la Situazione.. Grande Persone Mi hanno Aiutato…ci voleva.. e ringrazierò a Vita Tutto quello che è Esistito Prima x farmi Godere di quest’ultima Esperienza di Vita e Lavorativa….!!! BUON TUTTO !!! Cuori a GO GO…eehhehe….!!!

  • Flavia

    Non Negando che un Esperienza come la Tua..sarebbe Strafiga…ehheheh….!!! Pensami…ehhehe…!!!

  • Titti

    @Sarosky: no, Sara, non ti troverai nella mia situazione, ne sono certa. Sei bella determinata e stai facendo le cose giuste al momento giusto. Io ho sballato con le tabelle di marcia e, dovendo far fronte a eventi non eludibili, mi sono ritrovata a compiere scelte anche non adatte a me. Alcune cose le ho fatte con troppo anticipo, altre con un certo ritardo anche se vissute intensamente. E’ vero che lamentarsi, senza far nulla per cambiare, alimenta la frustrazione ma è anche vero che non tutti hanno le condizioni, per certi versi privilegiate, che ho avuto io. Un marito che mi ha incoraggiata e una famiglia che ha approvato non è da tutti.
    Grazie per la gentilezza che mi rivolgi sempre! Un abbraccio! 🙂
    @Moky: è vero, l’America è la patria delle opportunità da cogliere, aperte a tutti (non ai raccomandati o ai lacchè..), della meritocrazia, della transumanza. Qui non c’è niente di statico, tutto è mobile e nomade. La mentalità italiana è “mammona” nel senso che è legata a luoghi e condizioni che danno sicurezza. Una vita che non fa per me.
    Sì, è vero, molti mi invidiano (ricevo molte email di “invidia buona” come la definiscono) ma, come dici tu, fare una scelta così radicale implica coraggio ma non così tanto. Ora dovrò trovare il coraggio di rientrare in Italia, quando sarà il momento……mi sa che mi mancherà.
    Anche tu hai avuto lo stesso coraggio a lasciare il tuo paese, la tua famiglia, certe sicurezze, per una vita diversa e lontana, da emigrante.
    Sei un esempio per me. Un bacione.
    @Flavia: cara Flavia, come posso non pensarti? Guardo sempre se ci sei su skype perchè so che fai le ore piccole e per me è solo inzio serata.
    Si può cambiare anche stando fermi. Ci avevo provato anch’io ma senza successo. Un abbraccio

  • Suso

    Ho avuto tanta voglia di staccare quanto ora ne ho di riattaccare..pazzesco…bella New York!Hai fatto non bene…di piu’!!!Pero’ torna mi raccomando!!!!!!!!!!un abbraccio bella blogger!

    • Titti

      Susella, benvenuta qui, tra un pensiero nomade e l’altro! Sono le fasi della vita: si ha voglia di attaccare e staccare. Una vita da Post it….. 😉 Si attacca e riattacca con facilità! 😀 Un abbraccio e ai nostri prossimi incontri!!!

  • Titti

    E’ un’esperienza molto intensa, non sempre facile, anche per le piccole cose. Ma ne vale la pena, come la valigia da 32 kg!!! Un abbraccio!! 😀

  • Sarosky

    Grazie a te dei complimenti Titti, mi fai arrossire…(blush)

  • marta

    titti cara, portento di donna piena di sorprese..
    ti seguirò con grande curiosità!!!!
    un affettuoso abbraccio ^__^

  • Titti

    @Sarosky: 😉
    @Marta: benvenutissima tra i pensieri nomadi! E grazie!! A presto!
    Un abbraccio! 🙂

  • Maddy

    Cara Titti, non mi conosci ma in moltissime cose che hai scritto mi ci sono ritrovata, dall’amore sfrenato per la città di New York al profondo desiderio di mollare il mio attuale mestiere (un posto fisso.. eggià in tempi di crisi) per un altro che ancora non so bene quale, sono alla ricerca, sto cercando di capire qual’è la mia strada e nel frattempo faccio e leggo un mucchio di cose che mi danno respiro, mi nutrono l’anima e ce ne sarebbero anche tante altre di cose che vorrei fare ma il tempo e le energie che mi ritrovo non mi bastano mai 😉
    Sono di Milano anche io, il tuo blog mi piace tantissimo, sono schizzinosa (ma negli ultimi tempi sono “migliorata”, sebbene un poco), un po’ nomade lo sono, adoro viaggiare e spero possa presentarsi l’occasione di conoscerti!
    Ciao!

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