Fa un caldo pazzesco, un’afa incredibile, 102° Farenheit che, convertiti in Celsius, fanno 39°C.
Un’aria ferma, soffocante, che impone di fare pochi movimenti per non soccombere, che fa bere in continuazione e più si beve più si berrebbe.
Fortunatamente ho trovato questo delizioso bar a un passo da casa, dove vado a riparare, godendomi a piene mani tutta l’aria condizionata diffusa anche se, col caldo che fa fuori, il locale a fatica riesce a rinfrescare. In ogni caso preferisco stare qui piuttosto che a casa dove il corpo interno dell’apparecchio dell’aria condizionata (che è un tutt’uno con il corpo esterno) fa un rumore assordante, sembra un trattore con la marmitta bucata. Tanto vale tenerlo spento e venire qui, in questo bel bar con la wifi, a scrivere al Mac, mangiare una bella fetta di torta vegan, guardare gli avventori, leggere, scrivere, ascoltare buona musica diffusa e pensare. Il tempo che trascorro qui non è mai meno di 3 ore e mezza- 4 ore anche con un solo caffè small ($2.25) senza che nessuno ti guardi storto o ti faccia cenno di consumare ancora qualcosa…oltre alla sedia e alla corrente della batteria.
Innanzitutto l’indirizzo:
The bean coffee&tea – 49 1/2 First Avenue (sì, proprio 49 e mezzo!) – New York, NY 10003
E’ all’angolo con la 3rd street – (East Village)
Il locale è aperto tutta la settimana fino alle 23. Il venerdì e il sabato chiude alle 2 di notte.
Ecco Allie, una delle ragazze del bar, sempre sorridente e disponibile. Non tutte sono come lei ma, anche se le altre sono meno sorridenti, sono sempre gentili.
Il bar ha libero accesso ai cani, sempre numerosi, di piccola e grande taglia, e ha a disposizione, gratis, un barattolo di biscottini per cani a forma di osso. All’esterno c’è una grande bacinella di acqua sempre fresca.
Pur essendo un bar conventional, ha una buona selezione di torte, muffin e brownie vegan.
Qui, in vetrina si vedono: la peanut butter cheesecake e la pineapple upside down (assaggiate)
Ecco la red velvet che non ho ancora assaggiato
Il locale visto da fuori
Tutte le bevande con latte possono essere preparate con il latte di soia
Un altro colorato cartello
Il bar dispone anche di computer, a pagamento, per chi è sprovvisto di uno proprio.
Questa è la consumazione che ho davanti mentre scrivo ed è la mia cena: la torta vegan all’ananas e un caffè alla nocciola, large con latte di soia. Ho strafatto, questa volta.
La torta è un po’ troppo stucchevole e dolce per i miei gusti. La musica diffusa ora è un vecchio pezzo: It’s a heartache” cantata da Bonnie Tyler. E mai titolo fu più ad hoc, “E’ un’angoscia”, visto che ho appreso proprio qui, poco fa, della morte di Amy Winehouse, grandissima artista dall’anima dannata e che ho avuto la fortuna di ascoltare a un concerto all’Alcatraz di Milano, nel 2007.
Grandissima Amy, RIP.
24 luglio 2011 at 15:31
Va bene, farò questo ENORME sacrificio!! Se non ci si sacrifica per un’amica…. A proposito vuoi che mi sacrifichi anche con un bel Boston?? 😛
24 luglio 2011 at 16:51
Hello Titti! Che carino questo bar… la cosa che più mi stupisce è che abbiano dei dolci vegan: è dunque così diffusa la cultura vegan? Io qui non conosco nessun posto “convenzionale” che abbia cose vegan. Come ho avuto modo di dirti conosco anche ben poche persone che sappiano associare un significato alla parola vegan … ma questo è un altro discorso… 😀
24 luglio 2011 at 21:39
Hi Pippi! sicuramente è un discorso commerciale più che etico nel senso che, vedendo che i vegani newyorkesi sono numerosi, i commercianti si attrezzano di conseguenza. Questo, probabilmente, è un bar più attento di altri e, infatti, per essere un conventional, la scelta è molto ricca.
In ogni caso, mal che vada, nelle caffetterie trovi sempre il latte di soia.
Alla food court del South street Seaport, che è una località sfacciatamente turistica non trovi nulla non dico di vegano ma nemmeno di vegetariano se escludi la pizza al trancio. Ci sono stata ieri per cercare un po’ di frescura perchè è sul fiume (l’East River) ma faceva lo stesso insopportabile caldo patito anche in zone più interne con l’aggravante della fame.
A Milano, che si vanta di essere una città europea e ospiterà Expo 2015, in nessun bar dove si serve il pranzo, c’è una scelta vegana vera e propria (se escludi la pasta al pomodoro, la macedonia o l’insalata mista). La strada è lunga e ancora in salita. 😀
Mi piacerebbe approfondire con te, meglio se di persona, il senso della scelta vegan. Take care!
25 luglio 2011 at 03:36
Certo che la Pineapple Upside Cake e’ mooolto dolce… dovresti provare a farla tu in un modo che non ti spedisca dal dentista dopo 2 ore dall’assaggio!!
Mi dispiace per il caldo che ti devi sopportare, la prossima volta che vuoi portare a termine un progetto cosi’ da questa parte del “gran lago”, vieni da me!! L’umidita’ e’ inesistente e c’e’ sempre una bella brezza…
Parlando delle offerte vegan, le cose stanno cambiando qui in America, seppur lentamente, come sembrerebbe stiano cambiando in Italia… qui molto piu’ velocemente anche grazie ai molti medici e non che spingono la nutrizione a base di piante per motivi di salute… lo so che per gli etico-vegan, l’approccio salutistico e’ considerato spurio e non valido quanto quello etico, pero’ intanto e’ anche grazie allo sforzo di medici come Dr. Barnard (che tra l’altro e’ in primo piano nella lotta contro luso di animali da laboratorio e in universita’ mediche, etc.), che ha scritto diversi libri sui vantaggi del mangiare “plant-based” per fermare il diabete, per “guarire” da diverse malattie, combattere l’obesita’ (che ormai e’ a livelli insostenibili) che il governo statunitense ha recentemente cambiato le guidelines per l’alimentazione: ora invece della vecchia “piramide” che includeva specificamente carne e latticini nelle proteine, ora c’e’ il “quadrato”, dove c’e’ solo scritto “proteine”, senza suggerire carne etc. e i latticini sono in un cerchio esterno, indicazione che non sono necessari per un’alimentazione completa. Questo il link:
http://www.choosemyplate.gov/
Persino qui da noi, nel southwest piu’ profondo, patria dei barbeque e dei chili con carne, e’ possibile in alcuni ristoranti ordinare piatti interamente vegan.
25 luglio 2011 at 21:05
Moky, dire che quella pineapple upside cake era dolce è un eufemismo. Effettivamente, maniaca come sono dell’igiene dentale, ho pensato a una carie fulminante dopo averla mangiata. Devo cercare la ricetta e ridurre le dosi di zucchero.
Oggi non è stato caldo, ha piovuto e la temperatura si è abbassata notevolmente, credo di una decina di gradi. Verrò a trovarti con qualunque clima, puoi contarci. Mi devo solo organzzare. Sai che ho la valigia sempre pronta….
Sì, le offerte vegan ci sono anche in Italia ma sono nelle città o in qualche piccolo centro ma il cambiamento è molto lento. In America le cose sono veloci, snelle tanto che le prime volte che venivo in America ero solita salutare i miei amici con la battuta “Ciao, vado a vedere cosa succederà in Italia fra 10 anni!” Che poi non è una battuta ma la verità.
La scelta vegan qualsiasi sia la motivazione che la spinge, va sempre bene perchè il risultato finale è lo stesso e ben vengano i medici che fanno counseling (che impegna tempo ed energie) anzichè prescrivere medicine (che si fa in un attimo).
Ora vado a vedere il link!