Return to forever IV

“New York is the center of universe”  così Lenny White, newyorchese doc, ha concluso la sua presentazione al concerto – evento a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere sabato sera.

Sicuramente si riferiva alla scena musicale, scelta dai “Return to Forever IV” (RTF-IV) per la partenza del loro nuovo tour mondiale, per celebrare la reunion del mitico gruppo fusion degli anni 70.

Certo, ogni tanto ci soffermiamo a riflettere sul fatto che amiamo in particolare la musica nata in quegli anni, e anche qualche anno prima…, ma concludiamo che, a parte le nostre personali ragioni anagrafiche, quella stagione è stata la più vivace dal punto di vista sociale e musicale.

RTF è un gruppo nato nel 1971, fondato da Chick Corea (pianista oggi settantenne) con altri mostri sacri provenienti dal mondo del jazz e che si proponeva appunto di innovare il jazz standard attraverso la contaminazione con nuovi strumenti elettrici ed elettronici, nonché con sonorità e ritmi provenienti in particolare dal Sudamerica.

Della prima formazione fecero parte Stanley Clark al basso, Airto Moreira batteria e percussioni, Joe Farrell sax soprano e flauto e la voce cristallina di Flora Purim.

Sabato sera della formazione originale c’erano solo Chick Corea e Stanley Clark, in forma strepitosa, ha giganteggiato (non solo perché è alto quasi due metri).
        

Poi Lenny White alla batteria, Frank Gambale alla chitarra e Jean Luc Ponty al violino.

Devo dire che l’electric jazz non è in cima ai miei generi preferiti ma il concerto è stato veramente adrenalinico e consiglio a tutti di intercettare, se possibile, un data del tour mondiale.

Era vietato fare foto e riprendere, ho trovato però su YouTube questa clip del concerto di Sidney che è quella che si avvicina di più (la formazione era la stessa):http://www.youtube.com/watch?v=F9fxAiLK9bc&feature=related.

Ormai la diffusione degli smartphone rende inutili questi divieti e ciò che ne risente è soprattutto la qualità, purtroppo.

Per la cronaca, ma solo per quella, ho l’obbligo di riportare che il concerto dei RTF è stato preceduto da “Zappa plays Zappa” un concerto di Dweezil Zappa, figlio del compianto Frank, che ha suonato musiche del padre.

Io consideravo e considero tuttora Frank Zappa un simpatico pazzo, mentre Seb lo considera “il più grande compositore del ‘900”.

Si era sciroppato da giovane trasferte incredibili per andare ai suoi concerti in mezza Europa.

Quindi la citazione  è solo un segno di rispetto verso il mio maritino che era, incredibilmente, visivamente emozionato…boh?!

Devo ammettere però che hanno suonato bene, in una formazione un po’ complessa con vibrafonista, tastierista, due fiati (una donna al sax, viva le donne musiciste!), batteria, basso e due chitarre.

E ora qualche nota sociologica, come di consueto.

Intanto ho avuto l’ennesima conferma che i soldi spesi per uno spettacolo negli Stati Uniti sono sempre ben spesi.

Abbiamo assistito a un’ infinità di spettacoli e concerti in giro per il mondo, in primis in Italia ovviamente, ma la qualità di ogni genere di spettacoli negli States è altissima.

Abbiamo acquistato i biglietti più economici, adatti alle nostre tasche un po’ tartassate ultimamente, e ci siamo seduti nella seconda balconata dicendoci: “vabbè, l’importante è ascoltare…”.

Invece la visuale era ottima e, soprattutto, l’acustica eccellente perché erano installati diffusori e ripetitori ovunque, anche sospesi al soffitto del teatro proprio di fronte a noi.

Al Blue Note, per fare un esempio, c’erano diffusori anche nei bagni!

Le band non si sono risparmiate, Zappa ha suonato un’ora e un quarto e RTF per più di due ore; entrati in teatro alle 8, ne siamo usciti a mezzanotte!

La cosa che amo di più è la totale informalità del pubblico americano che va a teatro con lo spirito di chi va a fruire di una rappresentazione e ci va per divertirsi, non per apparire o sfilare. Tutti in piedi a ballare, giovani e vecchi, tutti un po’ bambini ‘sti americani.

L’altro elemento che apprezzo tantissimo è l’organizzazione: si va in un paese straniero, in un luogo sconosciuto (che sia il Madison, un teatro, uno stadio) e si è seguiti e accompagnati al proprio posto senza dover piroettare tra i corridoi smarrendosi.

E questo avviene per qualunque genere di spettacolo, dalla serissima performance teatrale allo sgarrupato concerto nello stadio.

In settimana vorremmo andare a vedere un musical a Broadway approfittando degli sconti del 50% che si hanno acquistando il biglietto in giornata o per la matinée presso  questi due sportelli.
A quello del South Street Seaport il tempo di attesa è dimezzato, rispetto a quello di  Times square.

In cartellone ci sono decine di spettacoli, non abbiamo ancora deciso. A presto!!


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2 responses to “Return to forever IV

  • Flavia

    Ehehheh.. Grande Seb…ehhehe…!!! Sono Contenta che Vi stiate Divertendo….!!! Ormai… NY ha pochi Segreti che Vi tiene Nascosti… ! Musicalmente… NESSUNO…ehehe…!!! Grandiosi… un Bacio

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