Stasera mi sono liberata di facebook e ho disattivato l’account. Mi sento più libera e, sarà una suggestione (lo capirò nei prossimi giorni), ma mi pare di avere più tempo per altre cose e più tempo per me.
Sto ascoltando “Think (Freedom)” di Aretha Franklin.
Archivi del mese: ottobre 2011
Addio a Facebook
Pane alle zucchine dal blog di Franco
Questa delizia l’ho copiata di sana pianta dal blog di Franco “my sugar is raw“ e l’ho preparata ascoltando il mio amatissimo Dave Matthews in The space between.
Week end in barca a vela e alcune riflessioni
Era da tanto che non mi godevo il mare a pieni polmoni e il vento sulla pelle e questo week end l’ho trascorso sull’Hexagone II, la barca dei miei cognati, anche per portarci il mio nipotino Tommy e fargli apprezzare la barca a vela.
La forza del vento oscillava tra i 24 e i 26 nodi, una meraviglia per la navigazione. Le giornate calde e limpide. Sembrava di volare sull’acqua. La barca a vela è tutto ciò che per me rappresenta la libertà, il rispetto per la natura, e la possibilità di potersi affrancare da ritmi convenzionali. E’ il sole che scandisce i tempi e i ritmi. Si va a dormire al suo calare e ci si alza al suo levare. E durante il giorno si naviga.
E’ stata una magnifica sensazione, a contatto con la natura con quel senso di libertà che il mare e la barca a vela riescono a trasmettere.
Solo vivendo in barca ci si rende conto di quanta attrazione possa esercitare questo tipo di vita per coloro che hanno deciso di mollare tutto, casa e lavoro sedentario, e andar per mare. In barca si vive veramente con poco e di poco e ci si rende conto perfettamente di quanto superfluo e inutile ci sia attorno a noi nella vita normale e quotidiana.
Dopo 4 mesi vissuti a New York dove l’esercizio alla rinuncia di fronte alla giostra del consumismo era messo continuamente alla prova, un week end come questo è stato un toccasana.
Siamo vittime di troppo cibo, troppe convenzioni, troppe meschinità, troppe volgarità, troppo di tutto in un esercizio bulimico da cui ci si dovrebbe liberare. Il contatto con la natura fa veramente riflettere e aiuta a distinguere i bisogni dai desideri. E il contatto con gli affetti più cari e le continue dimostrazioni di amore è stato quanto di più bello ho vissuto.
Il mio piccolo marinaio alle prese con la scotta del fiocco
La cambusiera al timone
Dopo la navigazione, al bar.
Tutto questo ascoltando Santana &Dave Matthews in Love of my life
Red velvet vegan cake per il compleanno di Barbara
Per l’8 ottobre, compleanno di Barbara, la mia amatissima figlia, ho preparato questa torta che avevo mangiato a New York per la prima volta e che mi aveva conquistata.
La ricetta l’ho copiata dal libro di Colleen Patrick-Goudreau, adattandola agli ingredienti reperibili in Italia. Il libro, di 300 pagine (costo 19,99 $ ma su Amazon credo costi anche meno) con 200 ricette originali, realizzabili con facilità, è ricco di bellissime foto a colori, a tutta pagina.
Ecco il libro:
Ingredienti per 10 porzioni
Per l’impasto:
- 3 1/2 cup di farina zero o integrale (io ho utilizzato metà di un tipo e metà dell’altro)
- 1 1/2 cup di zucchero di canna
- 2 teaspoon di bicarbonato di sodio
- 1 teaspoon di sale
- 2 teaspoon di polvere di cacao amaro
- 2 cup di latte vegetale (io ho usato soia)
- 2/3 cup olio di girasole (la ricetta prevedeva il canola oil)
- 3 tablespoon di colorante rosso alimentare (vegan)
- 2 tablespoon di aceto di mele (la ricetta prevedeva aceto bianco)
- 2 teaspoon di estratto di vaniglia
Per la glassa:
- 1 cup di margarina vegetale o burro di soia (la ricetta ne prevedeva la metà)
- 3 cup di fruttosio
- 1 1/2 teaspoon di estratto di vaniglia
- 2 tablespoon di latte vegetale (io ho usato soia)
Per la decorazione della superficie della torta:
- 200 grammi di philaVEG
- 100 grammi di fruttosio
Procedimento
Preriscaldare il forno a 180° C e ungere 1 teglia a cerniera da 24 cm. (La ricetta prevedeva due teglie da 20 cm ciascuna)
Per l’impasto:
Per fare l’impasto, in una ciotola grande, disporre la farina, lo zucchero, il bicarbonato di sodio, il sale e il cacao.
Creare un buco nel centro e aggiungervi il latte, l’olio, il colorante, l’aceto e la vaniglia e mescolare completamente.
Disporre l’impasto nella teglia e inserirla nel forno per 35 minuti, facendola ruotare di 45° a metà cottura.
Per avere la certezza della cottura è suggerita la prova dello stuzzicadenti. Inserire uno stuzzicadenti nell’impasto e, se estraendolo appare pulito, la torta è pronta.
Lasciare raffreddare la torta nella teglia per una decina di minuti. Successivamente rimuoverla e disporla, capovolta, in un piatto.
Per la glassa:
Con un mixer unire la margarina fino a ridurla a una crema morbida. Aggiungere il fruttosio e mescolare ancora qualche minuto. Aggiungere la vaniglia e il latte.
Una volta che gli ingredienti sono ben mescolati, frullare ad alta velocità la crema per altri 3-4 minuti.
Tagliare la torta longitudinalmente con un lungo coltello da pane seghettato, facendo attenzione a non romperla. Io l’ho tagliata in tre strati.
Farcire il primo strato con metà della crema, il secondo strato con l’altra metà e la superficie con il philaVEG.
Al centro del tavolo campeggiava questo vaso di peperoncini e la musica diffusa era “The adventures of rain dance maggie” dei Red Hot Chili Peppers. Il video è girato a Venice Beach, California.
Dalla mia finestra…..di Milano
Rieccomi a Milano.
Sono disorientata. Saranno i fusi, il malessere, la nostalgia di New York?
Ma dopo un’esperienza così significativa e importante non posso permettermi di piagnucolare; devo solo mettere a frutto il privilegio che ho avuto.
Stamattina, guardando dalla finestra del mio studio-laboratorio ho rivisto il mio parco e, questa rilassante visione, è stata una carezza, un invito a non lasciarmi andare alla malinconia.
Sto ascoltando Billie Holiday in Now or never
Leaving New York never easy….
Ascoltando i R.E.M. in Leaving New York , ripercorro la mia esperienza nella Grande Mela, unica, irripetibile.
A presto, New York!!