Archivi del mese: gennaio 2012

Targhe personalizzate USA

Durante il mio lungo soggiorno a New York, tra le tante cose che mi divertivo a fotografare c’erano le targhe personalizzate, alcune delle quali dal significato spiritoso…in italiano.
La targa qui sopra non ha nulla di strano e non è una targa personalizzata.
E’ la classica targa dello stato di New York, di tre lettere e quattro cifre.
Solo che in questo caso la combinazione delle tre lettere ha dato un risultato, per noi, ilare….

Questa qui sotto è la targa che mi è piaciuta di più!!

Altre targhe le ho pubblicate QUI

Sto ascoltando Mysterious Traveller dei Weather Report.

Pubblicità

Affettato per Alessandra neoveg

Barbara ha un’amica carissima (che spero diventi anche amica mia). E’ Alessandra.
Alessandra  sta muovendo i primi passi verso lo stile di vita vegano/vegetariano. Barbara le ha suggerito (molto incautamente….. 😛 )  di seguire, tra le altre (sicuramente  migliori delle mie), le mie ricette e, in particolare, le ha indicato il mio salame di tofu.
Ecco, questa ricetta è dedicata ad Alessandra e ai suoi primi passi ma è dedicata anche  a Barbara.
Una simpatica coincidenza: Alessandra e io ci siamo incontrate nel web grazie a un post su  Newport, in Rhode Island,  dove ci trovavamo, senza saperlo, nello stesso giorno. Ma non sapevamo nulla l’una dell’altra e, tanto meno, di avere un’amica in comune.
E nello stesso giorno abbiamo pubblicato un post sulla città. Questo è quello di Alessandra. E questo il mio. I casi della vita.
Dedico a Barbara e Alessandra  “I’ll be seeing you” di una grande Billie Holiday.


Ingredienti per il salame:

tofu  autoprodotto, 300 grammi
preparato per seitan, 40 grammi
latte di soia, 60 grammi
concentrato di pomodoro, 3 cucchiai
pomodori disidratati (non sott’olio), 5
peperoncino piccante, una presa
agar agar, 2 cucchiaini colmi
sale e pepe
pistacchi, due cucchiai colmi
spike* 1 cucchiaino raso (facoltativo)

*lo spike è un insieme di spezie e può essere sostituito con un pizzico di ognuna di queste: curry,  aglio in polvere,  cipolla in polvere, zafferano, origano, ecc.

Ingredienti per il liquido di bollitura:
acqua fino a coprire il salame
semi di finocchio
2 cucchiai di shoju
1 gambo di sedano
1 carota
1 cipolla
un pezzetto di alga kombu

Procedimento:
Mettere a bagno in acqua tiepida, per una decina di minuti, i pomodori secchi. Inserire nel robot tutti gli ingredienti, tranne i pistacchi e i pomodori secchi,  e frullare rendendo il composto ben omogeneo.

Aggiungere i pomodori ammollati e frullare senza spappolarli del tutto. Per ultimo, inserire i pistacchi e frullare grossolanamente.

Adagiare il composto in una garza come questa

Dare la forma di un salamotto aiutandosi con la garza fino a ottenere un risultato come questo

Legare le estremità del salamotto con due cordoncini per alimenti

e adagiarlo nella pentola colma d’acqua aggiungendovi gli ingredienti elencati e far bollire un’oretta.

Prima di togliere dal liquido di bollitura (che si può utilizzare per insaporire altre pietanze) è preferibile lasciare raffreddare, o almeno intiepidire, il salame. Una volta raffreddato gli va tolto l’involucro di garza e va adagiato su un piatto di portata.

Prima di affettarlo è opportuno attendere il completo raffreddamento. Su una fetta di pane di segale integrale è un modo appetitoso di apprezzarlo.


Ricotta alle erbe


Il procedimento per preparare la ricotta di soia l’ho descritto qui ma, per comodità, lo ripeto.

Ingredienti per circa 450 grammi di ricotta:

  • 2 litri di latte di soia (rigorosamente con due soli ingredienti: acqua e fagioli di soia). La presenza di altri ingredienti (sale, calcio, zucchero, vitamine, alghe, ecc) compromette la cagliatura.
  • 10 cucchiai di aceto di mele (versati in un bicchierino)
  • origano
  • aglio in polvere
  • erba cipollina
  • sale
  • pepe
  • 1/2 cup di olive taggiasche denocciolate (in mancanza, vanno bene anche due cucchiai di pasta di olive)
  • pomodori secchi

Procedimento:
Far bollire il latte e, mentre bolle, versare il bicchierino di aceto. Mescolare e attendere qualche minuto.
Scolare in un colino molto fitto (in mancanza del colino fitto utilizzare un canovaccio) e sciacquare sotto l’acqua corrente per togliere il gusto dell’aceto.
Versare la ricotta scolata in una fuscella adagiata su un recipiente per farla scolare e lasciarla in frigo almeno 12 ore.


Togliere dal frigo e versare la ricotta in una ciotola (io l’ho messa dapprima in un piatto per ammirarne la forma).
Aggiungere le spezie, le olive (o la pasta d’olive), i pomodori secchi sminuzzati.

E amalgamare bene.

Rimettere la ricotta insaporita in una ciotola foderata di pellicola. Schiacciare bene con una forchetta per renderla compatta. Capovolgerla in un piatto. La pellicola serve proprio per facilitare il capovolgimento mantenendo una forma a cupola.
E’ deliziosa  su crostini di pane, sulla pizza, sulla pasta.
Ascoltando Destiny degli Zero 7, è ancora più buona.  Questo genere di musica è downtempo.


Milano, città amatissima (anche da un regista newyorkese)

Non potrei vivere in nessun altro luogo, in Italia. Milano pulsa nel mio cuore con l’affanno di un amore difficile ma forte, insostituibile ed eterno.
E’ la città dove sono nata, la mia città.
Francesco Paciocco, regista di New York, durante la recente permanenza a Milano, definendola molto simile alla Grande Mela, ha girato questo cortometraggio riuscendo a descrivere con le immagini l’essenza della Milano che amo.
Cara Milano, questo post è per te!

Merita dedicare qualche minuto al video. Anche per chi non ama questa città.
Sto ascoltando Bob Cooper  in Milano Blues.


Incontri


Qualche domenica fa ho incontrato Sara_Mignao e le sue gattine, Ikea (nella foto di apertura) e Cappuccina.
Ci siamo scritte lunghe email, per mesi, quando lei viveva in Bolivia e io a New York scambiandoci foto, racconti,  condividendo difficoltà, gioie e qualche amarezza. Animate da quel filo che lega le persone lontane da casa, dalle proprie sicurezze, quasi allo sbando. Quando ci siamo viste per la prima volta a casa sua, a un’oretta da Milano, è stato come rivedersi.
E’ strano come il virtuale si prolunghi nel  reale  in un continuum che ne sfuma i contorni. Le emozioni, guardando Sara negli occhi, erano forti come quelle che mi suscitava attraverso le eMail e i racconti della sua vita. Con lei ho trepidato per le gattine in quarantena, al rientro dalla Bolivia.
La tecnologia è fredda, ma non così tanto se favorisce queste relazioni.


Cappuccina fa capolino dal cesto della biancheria


Sara


I dolcetti che ha preparato Sara e che vorrei riprodurre grazie alla ricetta che mi ha mandato


Questo è il dolce all’okara preparato da me.


La libreria ben fornita di Sara.


Eccoci qui.
Sto ascoltando Thelonius Monk and John Coltrane  in Nutty .


Sono contro la caccia, ma….

dal blog eco-animali.blogspot.com

Non amo la caccia, perfino superfluo (e sufficientemente banale), per me, dichiararlo. Vorrei venisse abolita oggi stesso, in tutto il mondo.
E sarebbe ancora troppo tardi.
Ma trovo miserabili e cinici coloro che esultano alla morte di un cacciatore, colpito, per sbaglio, dalla doppietta di un collega.
Trovo persone di scarso valore umano coloro che rispondono “Crepi il cacciatore!” all’invocazione beneaugurante di “In bocca al lupo!”.
Per mia sfortuna, ho avuto modo di incontrare  persone di questo “spessore”, persone che sbandierano principi etici, stili di vita vegani. Si tratta di persone  insensibili. Ciniche. Aride. Sgradevoli. E il dichiararsi etici e vegani, per me, è ininfluente.
Mi dissocio da questo pensiero integralista, da questa aberrazione, da questa forma di violenza. Sì, perché gioire della morte di un uomo, ancorché cacciatore, è pura violenza.  Nè più né meno si tratta della stessa violenza esercitata dal cacciatore verso creature indifese.
E con il pensiero guerrafondaio non si ottiene nulla. Anche se si tratta di espressioni provocatorie, pronunciate per esibizionismo ed egocentrismo.
Anche le provocazioni e gli esibizionismi hanno il loro peso e le parole possono essere pietre.
A mio avviso, è solo attraverso un pensiero pacifico, la dialettica, la ricchezza di argomentazioni, il dialogo e la forza della persuasione  che si raggiungono obiettivi di pace.
Sto ascoltando  Dave Matthews Band in The space between.  Il testo del pezzo è QUI – Il sax è quello del mitico LeRoi Moore, prima della sua assurda, incredibile  fine.


Caprino vegan


Ascoltando Madeleine Peyroux che, a dispetto del suo nome francese, è americana, in Once in a While,  ho preparato questo “formaggino” veramente fresco e delizioso, spalmabile ma anche ideale come salsa per accompagnare verdure lessate o crude. Si sposa benissimo con le patate.

Ingredienti:
500 g di yogurt di soia al naturale
1 cucchiaino di limone
un pizzico di sale
erbe aromatiche (erba cipollina , misticanza di fiori)

Procedimento:
Filtrare lo yogurt in un colino molto fitto (in mancanza del colino ad hoc,  è opportuno utilizzare uno strofinaccio)
        
Lasciare filtrare lo yogurt in frigo per almeno 2 giorni. Più giorni si lascia filtrare e più si compatta. Anche 3-4 giorni.
Togliere lo yogurt  dal frigo e disporlo in una ciotola. Aggiungere il limone e il sale e mescolare bene.
Insaporire con erba cipollina

oppure con misticanza di fiori

Assaporare il caprino ascoltando, in sottofondo, la voce della jazzista americana.


Le Speakeasy, ristorante vegan a Nizza, Costa Azzurra

In rue Lamartine, 7 a Nizza, alle spalle del Centro Commerciale Nice Etoile c’è un piccolo ristorante vegan (di cui sono affezionata frequentatrice) gestito da Janne, una dolce e deliziosa signora di Berkeley, città universitaria a nord della California (da cui partì, ai primi anni sessanta, la lotta studentesca e le proteste per i diritti civili, molto prima del maggio francese del ’68) che una trentina d’anni fa decise di lasciare gli USA per trasferirsi dapprima a Parigi e, successivamente, in Costa Azzurra (scelta migliore, a mio avviso,  non solo per il  mare e il clima che, come caratteristiche, sarebbero già sufficienti a decidere il trasferimento).

La prima cosa che colpisce sulla soglia del locale sono le due grandi bandiere ai lati della porta, una Union Jack e una a stelle e strisce e le scritte animaliste in inglese e in francese.


Entrando nel locale si respira un’atmosfera calda e accogliente per il sorriso di Janne, per la sensazione di essere a casa e per la musica diffusa, rigorosamente jazz. E questo, per me, è un segnale di distinzione. Una parete è disegnata con il metodo tromp l’oeil dando l’impressione di essere in una veranda a osservare l’esterno del locale.

Le altre pareti sono fitte di scritte animaliste.

Janne è animalista ma, nel sostenere il suo impegno e nel parlarne, non è aggressiva come molti animalisti che ho incontrato.
Lei è accogliente  e conversare  è un vero piacere.

Le porzioni sono abbondanti e ben presentate e i prezzi sono molto onesti. Si paga solo cash.
L’ultima volta ho preso una deliziosa torta di patate e porri con contorno di verdure.

    

Consiglio vivamente questo locale a chi fosse di passaggio in Costa Azzurra.
Sto ascoltando Nina Simone in My baby just cares for me e la dedico a Janne e alle sue scelte coraggiose.


La diversità è una ricchezza


Ascoltando la chitarra di  Elizabeth Cotten in Freight train penso all’importanza della diversità e al grande valore che riveste nel favorire il progresso.  Se fossimo tutti uguali saremmo ancora all’età della pietra. Senza confronto, senza alcuno stimolo, immobili.

Evviva  la diversità in ogni forma e colore, elementi di forza per produrre qualcosa di nuovo, creativo e indistruttibile.
La similitudine è una caratteristica poco diffusa tra gli individui, che sono diversi fra loro e una società etica che rispetti l’uomo è una società  che deve riconoscere la diversità dell’altro. Una diversità che rende più critico il legame comunicativo ma che sicuramente lo rende più fecondo perché è una comunicazione che non si basa su uguali presupposti ma su presupposti diversi che fanno crescere ciascun partecipante allo scambio comunicativo.
Ridurre la società a un insieme di individui simili significa non riconoscere le potenzialità della società stessa, non accettare il diverso.
Questa è la mia  riflessione per il nuovo anno.
AUGURI DI BUON ANNO!