Archivi del mese: giugno 2012

Secondo giorno con il Dalai Lama


Anche oggi l’incontro è stato emozionante e di grande spiritualità. Al mattino il Dalai Lama ha celebrato il rito dell’iniziazione.
Ha chiesto chi volesse  parteciparvi (per alzata di mano) e ha elencato i 5 voti verso i quali ci si poteva impegnare.
Si poteva impegnarsi per un numero a scelta di voti, anche soltanto uno. E chiunque poteva partecipare all’iniziazione, anche gli appartenenti ad altre religioni. In quel caso l’impegno era rivolto al proprio Essere Supremo. I cristiani potevano pensare a Gesù, i musulmani ad Allah, ecc.
I voti non sono altro che esortazioni  a una vita onesta ed esemplare  che, al di là di qualsiasi rito religioso, andrebbero osservati da chiunque:
1) Non uccidere
2) Non rubare
3) Non mentire
4) Non commettere adulterio
5) Non assumere alcool

Rispetto all’ultimo voto, il Dalai Lama, molto simpaticamente, ha sottolineato che nella tradizione italiana il vino è apprezzato quindi, rispettoso di questa tradizione, ha concesso  agli iniziati buddisti italiani di berlo seppure in quantità modeste.
Anche oggi la sala del Mediolanum Forum era affollata da gente di molte zone d’Italia e del mondo. Si sentivano numerosi accenti italiani e tante lingue straniere e, proprio per questa comunanza di genti e di culture, la sensazione  che ho vissuto era  di grande unione e fratellanza.

Al pomeriggio, per la conferenza pubblica, la scenografia è cambiata. Non più monaci ai lati ma solo il Dalai Lama con il bravissimo interprete, un monaco e un altro signore.

Sono state lette le domande del pubblico alle quali il Dalai Lama ha risposto con grande attenzione e chiarezza.
Tra le domande che mi sono rimaste più impresse, vi era quella di un medico ospedaliero che chiedeva al Dalai Dama come si doveva comportare con certi suoi pazienti che, pur non essendo gravi, erano vittime di grandi sofferenze e turbamenti interiori aggravati dal periodo di crisi generale che stiamo vivendo.
Il Dalai Lama  ha esordito affermando quanto fosse difficile la domanda ma la risposta è stata questa:
La mente è come il sistema immunitario: può essere forte o debole. Se il sistema immunitario è forte ci si ammala poco. Al contrario, se è debole, si è maggiormente vittime di malattie. Così è la mente: se è forte reagisce bene alle avversità, se è debole è travolta da esse.
Il medico deve infondere speranza e saggezza trasferendola ai suoi pazienti in modo compassionevole perché soltanto in questo modo si aiuta a guarire. Ha poi esortato quel medico, per avere migliori indicazioni, a rivolgersi a una persona più esperta, come potrebbe essere uno psicologo, perché lui, il Dalai Lama, non ha grandi esperienze pratiche di quel genere ed è in grado di dare soltanto insegnamenti spirituali.

Una parola la voglio spendere ancora per l’interprete italiano (che traduceva con disinvoltura dal tibetano e dall’inglese) di cui nessuno ha menzionato il nome, purtroppo. Ha tradotto con grande chiarezza non solo dal punto di vista dell’eloquio ma anche dei concetti di estrema profondità, che evidentemente conosce e pratica molto bene, rendendoli fruibili anche a chi, come me, non è avvezzo a questo genere di tematiche.
Tra l’altro, tradurre per ore e ore, per due giornate consecutive, necessita di un impegno che implica fatica e concentrazione oltre che un grande stress. Veramente encomiabile.
Naturalmente lo stimolo ad approfondire  i concetti ascoltati  è forte e, al più presto, cercherò di acquistare qualche testo per iniziare ad approfondire questa religione verso la quale subisco, da molto tempo, un fascino particolare. Perché non è una religione monoteista, perché è tollerante e perché infonde energia positiva e, infine, perché è rivolta, indiscriminatamente, a tutti gli esseri senzienti.
Riporto, a questo proposito, l’introduzione  del libretto che ha accompagnato queste due giornate:

“Possano i meriti generati dall’aver conferito, ascoltato e alla successiva pratica degli insegnamenti qui contenuti, diventare causa e condizioni favorevoli per l’ottenimento dell’illuminazione di tutti gli esseri senzienti.”

Ascoltando le campane tibetane

La prima giornata con il Dalai Lama è QUI

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Ho incontrato il Dalai Lama – primo incontro


Erano anni che desideravo incontrare il Dalai Lama e, quando leggevo dei suoi viaggi e degli incontri con la gente, mi rammaricavo per essere sempre al posto sbagliato nel momento giusto.
Non sono una devota buddista (o, per lo meno, non lo sono ancora….) ma, conoscendo l’apertura e il rispetto verso gli altri e la totale  assenza di intenti di proselitismo da parte della dottrina buddista, ho sempre percepito gli incontri con il Dalai Lama come un’esperienza preziosa e rara, da vivere almeno una volta nella vita e farne tesoro.
Già nei miei viaggi in Giappone avevo percepito l’apertura del buddismo giapponese e, forse da allora, la curiosità e la voglia di conoscerne meglio i contenuti, non si sono mai arenate.
Tra le altre cose, incontrare un Premio Nobel per la Pace (riconosciutogli nel 1989) non ritengo sia  cosa di poco conto.
Da quando ho letto la notizia del suo arrivo in Italia – mesi or sono – ho sperato che, se non proprio nella mia città, arrivasse in una città vicina e facilmente raggiungibile.
La gioia è stata immensa quando ho saputo che sarebbe venuto a Milano per due giornate di incontri.
Ho prenotato i biglietti la scorsa primavera per entrambe le giornate, emozionata più che mai.
Non intendo soffermarmi né affrontare i suoi insegnamenti perché non ne sarei all’altezza ma voglio sottolineare l’atmosfera che si respirava nel grande spazio del Forum di Assago.
Un’atmosfera lieve, una sensazione di pace, di calma beatitudine, forse anche per i colori  che dominavano il palco, al centro del quale sovrastava il trono del Dalai Lama.
Ai lati del trono, i monaci seduti nella tipica posizione accovacciata (mi sono chiesta: ma non soffrono di mal di gambe stando ore e ore in quella postura?) e, nella prima fila di destra, il bravissimo interprete consecutivo (quello con la camicia azzurra e un nastro rosso al collo).

Quattro maxischermi permettevano una visione nitida e ravvicinata dell’evento.
All’ingresso del Dalai Lama l’emozione  è stata forte e palpabile e io, che mi sono sempre considerata super partes, per quanto riguarda le religioni, mi sono sentita coinvolta e commossa. Il suo sorriso, la sua simpatia, il suo carisma non potevano lasciare indifferenti.
Un grande applauso lo ha accolto  come una rockstar e, solo in quel momento  e per il tempo dell’applauso, l’atmosfera tipicamente religiosa ha lasciato spazio a una dimensione più laica.
Ogni discorso, della durata di circa 10 minuti, parte in inglese e parte in tibetano, si alternava alla traduzione consecutiva del bravissimo interprete che conosceva alla perfezione- evidentemente – sia l’inglese sia il tibetano.
Il Dalai Lama ha messo in evidenza che la tensione solo verso una vita materialistica impedisce il raggiungimento della felicità mentale e  di benefici. E già questo, almeno a me, basta per meditare a lungo sull’importanza di valori solidi e non superficiali o fuggevoli.
Le parole più spesso evidenziate dal Dalai Lama erano AMORE, EMPATIA, COMPASSIONE.
Attraverso queste modalità di vita si diminuisce l’egosimo e si aumenta l’altruismo.
Domani parteciperò alla seconda giornata.

Ora più che mai devo realizzare il viaggio tra Tibet, Nepal e Dharamsala (la città in India dove è esiliato il Dalai Lama) per alimentare questa mia tensione alla spiritualità e la curiosità per un viaggio di grande impatto emotivo e culturale.
E ora mi ascolto una Musica rilassante tibetana invocando “TIBET LIBERO!”


Il sito del B&B vegan è on line!

Finalmente, dopo settimane di  faticoso lavoro sono riuscita a concludere il sito del mio B&B. E da oggi è on line.
Non ho vissuto solo la faticosa avventura dell’impegno per  la realizzazione del B&B ma ho anche sopportato il peso di decisioni importanti, l’inquietudine di  cambiamenti radicali, lo sgomento per l’incertezza del futuro. Coraggio o incoscienza? Chissà…
Rinunciare a un posto fisso e a uno stipendio sicuro, forse, è follia pura per molti.
Ma sono avvezza ai colpi di testa e non credo che riuscirò a cambiare.
Per  quanto riguarda il sito del B&B, ringrazio la mia cara amica Moky per il prezioso aiuto nella traduzione inglese  e  tutti gli amici di questo blog per i suggerimenti che mi hanno dato nel corso del tempo. Suggerimenti che spero mi daranno sempre, senza alcuna esitazione.
Mi scuso con tutti gli amici blogger per non essere stata in grado, in questi ultimi tempi, di  seguire e commentare i loro post ma, quando non ero presa dalla stesura del sito che mi ha tolto ore di sonno, ero indaffarata a occuparmi degli aspetti burocratico-amministrativi oltre che organizzativi della nuova attività.
Ci vorrà ancora del tempo prima che riesca a rilassarmi ma arriverà anche quel momento, ne sono certa.

Ora – bando alle ciance – QUESTO è il sito del mio B&B vegan “La Casota”.

Chi vorrà farmi pubblicità mi farà felice!! E lo ringrazio tantissimo!

E ora, anche se è notte fonda ascolto, prima di addormentarmi, Wayne Shorter in Speak No Evil .

 


Un altro bell’incontro e una passata telepatia

E’ un periodo di concentrazione monotematica che mi calamita al solito pensiero fisso nonostante gli sforzi ad affrancarmi e abbandonarmi ad altro..
Il pensiero è  sempre lo stesso, quello rivolto all’organizzazione del B&B che, a breve, dovrebbe avviarsi.
Il condizionale è necessario in quanto sono ancora nella fase burocratica e nelle lungaggini amministrative che sembra non finiscano mai.
Non riesco a seguire con costanza il mio blog perché mi manca  la leggerezza necessaria e il pensiero fisso non mi concede digressioni.
E, purtroppo, faccio fatica anche a commentare i blog degli amici che spero non me ne vogliano. Ma non durerà a lungo questa prigionia mentale.

Ma non posso non raccontare  dell’incontro di oggi con Alessandra. Cercherò di forzare il pensiero  senza  distrarmi, perché lei  lo merita.
Ci siamo incontrate al Parco Lambro per la pausa pranzo, con le nostre schiscette (per i non milanesi, la schiscetta è il pranzo in un contenitore. Qui l’amica Libera  – pur non essendo milanese ma triestina-  ne rivela l’origine più attendibile del termine) e, comodamente sedute al tavolo della nuova area pic nic  – con Joy che gironzolava intorno – abbiamo parlato come se avessimo interrotto la conversazione de visu il giorno prima.

Alessandra ha due bellissimi occhi e uno sguardo intenso, il suo eloquio è pacato e dolce e rivela uno stile discreto e, oserei dire, un po’ british al punto che ho avuto il timore di averla travolta con i miei racconti.

A volte sono un fiume in piena e non mi rendo conto di soffocare l’interlocutore. Spero di non essermi giocata le possibilità future di reincontrare Alessandra.

La passata telepatia del titolo è riferita a una circostanza curiosa che ci ha viste, diciamo, ignare protagoniste.

Ci trovavamo, infatti, lo stesso giorno (senza saperlo  e senza conoscerci) a Newport, in Rhode Island.
Newport non è come New York  -città in cui non è così difficile incontrare persone che si conoscono –  ma è una città  understated, un po’ defilata, poco conosciuta,  se non dagli amanti della vela.
Mi ritrovai nel suo blog cercando informazioni proprio su Newport e da lì mi accorsi, pochi giorni dopo essere stata in Rhode Island, che  una ragazza di Imperia (città a me molto familiare e gemellata proprio con Newport) si trovava lì lo stesso giorno.
Questo il suo post su Newport e questo il mio (osservare le date dei post).
Anche questo, al pari con le altre coincidenze descritte nell’incontro con Silvia e Sara, ha dell’incredibile.

Io, da freudiana pura, penso che nulla sia casuale e che l’intrecciarsi di molte storie non sia altro che espressione di un segnale che non deve essere sottovalutato.

Purtroppo non avevamo la macchina fotografica….

Dedico ad Alessandra una struggente ed elegante Sade in By your side.