Il senso dell’umorismo non mi manca, riesco a coglierlo quasi sempre.
Mi piacciono i cazzari, chi ha la battuta facile e pronta, i giocherelloni.
Mi piace chi mi fa ridere, chi sa ironizzare e chi fa autoironia.
Ma non amo una verità furbescamente o inavvertitamente (e, voglio pensare in buona fede) fatta passare – a posteriori – come una battuta di spirito, come una goliardata.
Specie in periodi come questo per me, di totale fragilità, di autostima vacillante, di solitudine interiore, di voglia di cambiare, di progettare, di frequentare gente migliore di me. No, certe battute no. Le battute devono far ridere o sorridere, non mortificare.
Lo stile è come il coraggio di don Abbondio: chi non ce l’ha non se lo può dare.
Ascoltando Dave Matthews Band in Crash into me
28 marzo 2016 at 15:55
Leggo e non capisco … Ma se può esserti utile una spalla, sai che la mia c’é 🙂
28 marzo 2016 at 21:24
Benvenuta Grazia! Ti ringrazio tantissimo per l’appoggio a cui tengo molto. Un abbraccio.
28 marzo 2016 at 17:49
Avevo un po’ capito che sei “in crisi”… 😦 Mi dispiace, e spero che questa tua voglia di cambiare si realizzi in qualcosa di positivo che ti trascini fuori da questo “slump”…
28 marzo 2016 at 21:24
Grazie, Monica. Mi auguro di trovare la strada giusta…. Per ora ti aspetto qui!
9 aprile 2016 at 09:57
È successo anche a me, la voglia di circondarmi di gente migliore. Per sentirmi meglio ho cominciato a leggere libri belli, positivi, di cambiamento e a seguire su facebook o twitter gente che mi ispira. E a fare una cernita delle persone reali, a cercare gente che condivida i miei obiettivi ed ideali …
9 aprile 2016 at 20:31
Cecilia, anch’io, come te, cerco sempre gente che mi arricchisca non che mi impoverisca. Gente migliore di me, da cui imparare o con cui confrontarsi. Mi piace il confronto, la discussione dialettica, la fecondità culturale. E la cernita delle persone con cui stare è la prima azione da fare. 🙂