Archivi del mese: ottobre 2016

Sognare fa bene alla salute….

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Sognare è sano e fa bene alla salute.  Lasciarsi andare in qualche sogno frivolo e leggero fa bene.

Il sogno più ricorrente che faccio – a occhi aperti – è quello relativo al luogo dove mi piacerebbe vivere.
E il cuore – ma anche la mente – mi porta sempre là, nella città più bella, più affascinante, più emozionante, più turbolenta e vibrante: New York.
Io amo l’America e mi piace visitarla ma non potrei mai viverci, al di fuori di New York (in subordine, Venice beach, in California 🙂  )
New York è cultura, novità, arte, musica, fermento, laboratori d’arte, di musica, artisti di strada, improvvisazioni, contraddizioni, creatività, etnie, cibi da tutto il mondo.

E’ anche parchi, musei, teatri, gallerie d’arte.

New York scoppia di vita e di stravaganze, di colori, di suoni, di eventi, di stranezze, di nuove scoperte.

Ti senti nascosto e, nello stesso tempo, esposto.
Nel 2011 ho vissuto per lungo tempo a New York. Abitavo ad  Alphabet city, all’East Village. Non è un quartiere per turisti e questo mi faceva sentire newyorkese ed era eccitantissimo. Prendevo l’autobus sotto casa per andare al mio corso di orafo. Uscivo con la travel mug fumante di caffè.

Purtroppo a causa della gentrification i quartieri si sono snaturati ma è possibile trovare ancora segreti  e tesori nascosti.
La prima volta che misi piede a New York era il 1987. Ricordo come fosse oggi lo stupore, l’eccitazione, mi sentivo in un film.

La prima cosa che mi colpì fu l’inconfondibile skyline e subito dopo furono i vapori che uscivano dai tombini sulla strada. Un fenomeno che ho visto solo a New York. Ricordi nitidi, fissi nella memoria. Ricordo i profumi di cibo per strada, non sempre profumi delicati e ricordo un odore acre di margarina fritta che usciva da certi locali invadendo l’aria e rendendola irrespirabile.

Le passeggiate a Central Park, le soste di ore in libreria seduta per terra a sfogliare libri alla Barnes&Noble di Union Square, il caffè di Starbucks e l’aria condizionata a manetta. Quella era terribile!

Ecco, questo è il mio sogno, uno dei tanti. Vivere a New York.
Perché New York non è l’America. Nell’altra America, non potrei mai vivere. Sto nella mia Milano che, sotto sotto, è una piccola New York.
E’ proprio di tre giorni fa un articolo sul Corriere, anzi un’intervista a una ricercatrice di New York che ha deciso di venire a vivere a Milano e far crescere qui suo figlio. Perché “Milano è come New York ma a misura più umana”.
Bene, se la ricercatrice ha la casa libera a New York, io mi offro…..

Ascoltando Leaving New York (never easy….) dei R.E.M

 

 

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