Ultimamente prende sempre più piede – ahinoi – la mania di inviare messaggi vocali.
Centinaia di milioni ogni giorno, nel mondo.
E questa malsana abitudine dilaga in modo dissennato.
L’insigne sociologo canadese Marshall McLuhan sosteneva l’opportunità di studiare i media non solo dal punto di vista dei contenuti che vengono trasmessi ma principalmente dal modo con cui vengono trasmessi. Sua è l’affermazione “Il medium è il messaggio”.
Mc Luhan, infatti, sosteneva che i mass media non sono neutri – poiché la loro stessa natura produce una notevole influenza sui destinatari dei messaggi – travalicando il contenuto che trasmettono.
Infatti, ancor prima del contenuto, è il mezzo che scegliamo per inviarlo.
E’ diverso, infatti, usare il telefono per chiamare un amico per augurargli buone vacanze o farlo via social.
Per tornare all’argomento del titolo, il modo peggiore che possiamo scegliere per comunicare è utilizzare il messaggio vocale invece di un messaggio scritto o di una mail.
Perché?
Perché il messaggio vocale è protervo ed egocentrico oltre a presupporre che il mittente consideri che il destinatario non meriti il suo tempo (scrivere un messaggio si impiega più del doppio del tempo rispetto a quello impiegato a scriverlo).
Chi invia messaggi vocali rifiuta il dialogo poiché la comunicazione non è contemporanea e obbliga l’interlocutore solo ad ascoltare. Se poi questo vuole rispondere si inizia un duello vocale noioso, a volte soporifero.
I messaggi vocali sono spesso lunghi e si rivelano sul nostro telefono solo attraverso una notifica neutra, senza un minimo testo di introduzione (come accade ai messaggi scritti).
E’ necessario ascoltare tutto il messaggio per capire di cosa si tratta: un augurio? Una richiesta urgente? Un saluto? Un pazzeggio? E, talvolta, non si è nelle condizioni di ascoltare mentre si è in quelle di leggere.
I messaggi vocali, per finire, mi fanno capire che chi li manda non ha tempo per noi, non ha tempo di scrivere né di telefonare.
Insomma, non amo i messaggi vocali.
E ora ascoltiamo buona musica: il sax di Branford Marsalis in “The Ruby and the pearl”
https://www.youtube.com/watch?v=4ZHOoUFqYvE
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