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Un’emozionante fatica……

Sono tornata da New York da poche ore dove, nonostante la frequenti  da 30 anni, ho vissuto nuove ed eccitanti emozioni. New York è proprio questo. Ho incontrato persone interessanti, rivisto vecchi amici, frequentato dei fantastici ristoranti vegani, visitato musei, ascoltato musica. Ho persino incontrato Isa Chandra Moskowitz nel suo ristorante di Brooklyn “Modern Love”, ho fatto due chiacchiere con lei e scattato un paio di foto. Insomma un soggiorno pieno ed eccitante.
Ma l’emozione più grande l’ho vissuta oggi quando ho ricevuto la notizia della stampa del mio libro.
Un’emozione tanto forte l’ho provata il giorno in cui ho ritirato dalla copisteria la mia tesi di laurea e il giorno in cui l’ho discussa. Avevo in tasca la boccetta di fiori di Bach “Rescue” che tenevo come un feticcio. La maneggiavo nervosamente sperando in un effetto anche solo al tatto….
Quando mi è stato proposto dalla casa Editrice Sonda di scrivere un libro di ricette ho pensato, lì per lì, che non sarei stata in grado. Non avevo mai scritto libri salvo, appunto, la tesi e non avrei saputo da che parte iniziare. Fortunatamente mi sono presa un paio di giorni di riflessione, decisivi per la scelta di accettare.
Mi sono ricordata, infatti, le parole di un mio professore universitario che disse a noi studenti  che scrivere una tesi sarebbe stato propedeutico per scrivere qualsiasi libro. Intendeva dire che aiutava ad acquisire un metodo.
Sono passati tanti anni da quei tempi e da quelle parole ma, riaffiorando nella memoria, sono state la spinta ad accettare.
E’ stato un lavoro a quattro mani: le mie due per cucinare di giorno e scrivere i testi a tarda sera/notte e quelle di mio marito Sebastiano per scattare centinaia di foto ai piatti.
La mia cucina è stata per tre mesi un campo di battaglia e il soggiorno un perenne set fotografico. Non ho potuto invitare nessuno per mancanza di spazio vitale, occupato da obiettivi, cavalletti, teli di sfondo, tovaglie e vari accessori.
Il tavolo e il banco della cucina perennemente occupati da ingredienti, attrezzi, accessori di ogni tipo.
I miei assaggiatori privilegiati – i miei nipoti, Tommaso e Andrea –  erano ogni giorno da noi per cercare di sbafare le preparazioni del giorno. Le loro critiche e apprezzamenti mi sono stati di grande aiuto per mettere a punto le versioni definitive delle ricette. Il giudizio dei bambini, candido e spontaneo, è stato essenziale.
Ora attendo i feedback di chi acquisterà ma, soprattutto, utilizzerà il mio libro mettendo in pratica le ricette.
Nella stesura del libro ho cercato di essere essenziale ma completa nelle descrizioni ma, sono disponibile a dare indicazioni se qualcosa risultasse poco chiaro.
Ringrazio fin d’ora chi mi sosterrà.

Ascoltando Dave Matthews e Tim Reynolds che saranno in plug&play a Milano al Teatro Arcimboldi il 7 aprile (abbiamo i biglietti da mesi….. 🙂  )

 

 

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Salsiccia speziata in salsa di pomodorini ciliegini

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Rieccomi con un’altra ricetta. Domani la servirò a colazione al mio B&B.
Chissà se sarà apprezzata…. Domani ci saranno clienti norvegesi, britannici e tedeschi, abituati al salato di primo mattino. E tutti vegani!   Una soddisfazione indescrivibile.

Ingredienti (per 4 salsicce)
50 grammi di granulare di soia
120 ml di brodo vegetale
qualche goccia di  liquid smoke
75 grammi di preparato per seitan
1 cucchiaino raso di cipolla in polvere
uno spicchio di aglio fresco grattugiato
2 cucchiai di lievito alimentare
1 peperoncino secco, sbriciolato
1 cucchiaino di semi di finocchio ridotti in polvere
Sale e pepe

Preparazione
In un pentolino versare il brodo e il liquid smoke e portare a bollore.  Versare il granulare di soia, mescolare e coprire per un quarto d’ora.

Disporre il composto in una ciotola, aggiungere il preparato per seitan e tutti gli altri ingredienti.
Mescolare molto bene con le mani in modo che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati.
Formare 4 palline da adagiare  al centro di altrettanti fogli di alluminio.
Con le mani dare una forma allungata a ciascuna pallina da avvolgere nel foglio di alluminio chiuso alle estremità come una caramella.

Accendere il forno a 200°C – Disporre le salsicce avvolte nell’alluminio in una teglia da forno – Cuocere per 35 minuti. Fare raffreddare le salsicce prima di rimuoverle dall’alluminio.

Ingredienti per la salsa
400 grammi pomodorini ciliegino
2 cucchiaini di olio evo
mezzo cucchiaino di chipotle (sostituire con paprica dolce)
sale

Preparazione
In una padella versare l’olio evo e i pomodorini tagliati a piccoli pezzi. Cuocere per 15 minuti mescolando di tanto in tanto. Aggiungere il chipotle (o la paprica dolce). Adagiare le salsicce tagliate a metà.
Coprire e lasciare cuocere per altri 10 minuti.
Servire con riso integrale, cous cous o patate lessate (in inverno anche con polenta).

Gustare lasciandosi rapire da Miles Davis in “Time after time”

 

 


Vegan street food: wraps agli spinaci

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Li ho sempre visti nei bar, belli gonfi e invitanti ma non ne ho mai trovato uno che fosse vegan.
Di conseguenza e, direi, necessariamente, non li ho mai acquistati. Ho deciso di provare a farli, sperimentando una ricetta che, con piacere, condivido.

INGREDIENTI per 4 wraps da circa 30 cm di diametro.

Wraps
240 grammi di farina di frumento integrale
2 tsp sale fino
1 TBSP olio extravergine di oliva
50 ml di acqua
100 gr spinaci surgelati, cotti, ben strizzati e frullati

Farcitura
4 TBSP tahin (o hummus di ceci, in alternativa)
8 foglie di lattuga
2 carote tagliate in 4 strisce
4 spicchi di avocado
sale
pepe

PREPARAZIONE:

In una ciotola versare la farina setacciata, il sale, l’olio, l’acqua e gli spinaci. Impastare bene e lasciar riposare l’impasto – coperto con una pellicola – per mezz’ora.
Riprendere l’impasto, lavorarlo ancora per qualche minuto e, successivamente, dividerlo in quattro porzioni.
Infarinare un piano di lavoro e, con il matterello, stendere ogni porzione dandole una forma rotonda.
Scaldare una padella in ferro o, ancora meglio, il classico testo romagnolo (sconsiglio le padelle antiaderenti perché, se surriscaldate vuote, rilasciano sostanze tossiche).
Cuocere ogni wrap a fuoco medio, due minuti per lato.
Per ammorbidirli, facilitandone l’arrotolamento, avvolgere i wrap già cotti in uno strofinaccio umido e in un foglio di alluminio.
Disporli sulla griglia del forno caldo a 100°C per 5-6 minuti.
Spalmare su ogni wrap 1 TBSP di tahin (o hummus di ceci), disporre 2 foglie di lattuga aperte, 1 striscia di carota e uno spicchio di avocado. Salare, pepare. Avvolgere il wrap ben stretto e gustare!!
Naturalmente, si possono farcire con quello che la fantasia suggerisce: strisce di tofu, seitan, funghi, peperoni e chi più ne ha più ne metta.

Ascoltando un grande Miles Davis in “I fall in love too easily”, il wrap è delizioso. Se si accompagna con una birra vegan……è l’estasi.

 


Cappuccino muffin

Muffin

Ed ecco una ricetta, finalmente. Era davvero ora, vero?.
Me l’ha richiesta un’amica – la cara Alessandra –  e, lì per lì, pensavo di mandargliela via email.
Poi ho pensato che mi sarebbe piaciuto condividerla ed eccola qui.
E’ uno dei tipi di muffin più apprezzati tra quelli che sforno al B&B ed è quello che piace di più anche a Seb e a me.
La ricetta è tratta dal libro “Hearty vegan meals for monster appetites” di Celine Steen e Joni Marie Newman.
I libri americani di ricette sono in assoluto i migliori: per precisione nelle quantità, per l’elenco degli ingredienti che rispetta la sequenza nell’utilizzo, per descrizione del procedimento.

INGREDIENTI:
2/3 cup (160 ml) latte vegetale – io uso latte di riso
1/4 cup /60 ml) olio vegetale  – io uso semi di mais o girasole
1/2 cup (120 gr) yogurt di soia bianco
2 teaspoon (10 ml) aceto di mele
1/2 cup (88 gr) gocce di cioccolato fondente
1/2 cup polvere di cacao amaro, non zuccherato
1 cup (200 gr) zucchero di canna – io ne metto un po’ meno
2 tablespoons (6 gr) caffè istantaneo solubile
1/2 teaspoon sale
2 cups (250 gr) farina – io uso farina semintegrale
2 teaspoons (9 gr) lievito per dolci
2 teaspoons (9 gr) bicarbonato di sodio
zucchero a velo per decorare

PROCEDIMENTO:
Riscaldare il forno a 180°.
Disporre i pirottini di carta, precedentemente oliati,  nella teglia da muffin.

In una ciotola capiente versare il latte, lo yogurt, l’aceto, le gocce di cioccolato, il cacao in polvere, lo zucchero, la polvere di  caffè solubile e il sale.

In un’altra ciotola disporre la farina, il lievito, il bicarbonato.
Unire gli ingredienti secchi  a quelli umidi e mescolare bene l’impasto.

Disporre l’impasto nei pirottini.

Cuocere una ventina di minuti o fino a che, facendo la prova dello stuzzicadenti, questo non esce pulito.
Decorare con zucchero a velo.

Sono deliziosi con una bella cioccolata calda o un cappuccino, ascoltando  il sax di Sonny Rollins in live in Japan Falling in love with love.


Risotto allo spumante e caViale

risotto
E
‘ un piatto delicato e d’effetto oltre che molto semplice da realizzare che consiglio anche per stupire gli ospiti e – perché no? – per coccolarsi un po’.

Ingredienti per 4 persone:
280 grammi riso Thaibonnet integrale bio
1 scalogno
2 cucchiai di olio EVO
1 bicchiere e mezzo di Spumante
brodo vegetale
4 pomodorini ciliegino
1 cucchiaio di capperi sotto sale
2 cucchiai di caViale vegan Tangkorn dell’Ikea (non è da montare…. 😀  )
sale e pepe

Procedimento:
Soffriggere lo scalogno con l’olio. Aggiungere il riso e lasciarlo insaporire per un paio di minuti.
Aggiungere lo spumante e lasciare evaporare. Continuare la cottura con il brodo.
Qualche minuto prima della cottura aggiungere i pomodorini tagliati a spicchi, il caViale e i capperi.

Gustare ascoltando il grande, grandissimo Sonny Rollins in Alfie (1982)


Pane alla frutta secca

pane ai fichi

Questa è una ricetta nata come esperimento che, dai risultati, mi pare ben riuscito. Me l’ha suggerita la sensazione autunnale di questi giorni.
Si tratta di un pane con la frutta secca, ideale da consumare a colazione. Con il mio nuovo lavoro di locandiera, infatti, cerco sempre di inventare nuove ricette anche perché, se realizzassi sempre le stesse, mi annoierei a morte.

Ingredienti:
100 grammi di pasta madre rinfrescata il giorno prima
1 litro d’acqua
un cucchiaino di sale
un cucchiaino di zucchero
farina di segale integrale bio (*)
400 grammi fichi secchi
100 grammi albicocche secche
100 grammi gherigli di noci
(*) non ho indicato la quantità di farina perché la aggiungo finchè l’impasto diventa compatto ( resta sempre un po’ appiccicoso)

Procedimento:
Versare in un recipiente la pasta madre, l’acqua, il sale e lo zucchero e fare sciogliere bene tutti gli ingredienti.
Aggiungere, poco per volta, la farina e mescolare  fino ad amalgamarla bene.
Nel frattempo frantumare grossolanamente la frutta secca con un mixer e aggiungerla all’impasto.
Impastare bene con le mani in modo da distribuire uniformemente la frutta secca.
Ungere e infarinare due o tre (dipende dalla grandezza) forme da plumcake e versarvi il composto coprendo tre quarti della capienza del recipiente.
Mettere in forno (spento) a lievitare per almeno 4 ore.
Accendere, successivamente, il forno e cuocere da 50′ a 1 ora, a 180 gradi.
Far raffreddare, rimuovere dal recipiente  e servire.

pane ai fichi2

Ascoltando il sax di Julian “Cannonball” Adderly in Autumn leaves


Rieccomi…..con i Waffle al mais!!

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Rieccomi, dopo un periodo di intenso lavoro (matto e disperatissimo….)  ma anche di  impareggiabili soddisfazioni e gratificazioni.
Finalmente riesco a tirare un po’ il fiato e a soddisfare le numerose richieste dei molti ospiti del B&B – ma non solo – che mi hanno chiesto la ricetta dei waffle.
I waffle sono uno dei piattini caldi, serviti a colazione, che quotidianamente si avvicendano, al mio B&B, come  extrabuffet.
Si alternano con pancake, minidonut, crespelle….
La ricetta è tratta da uno dei miei libri preferiti: “Vegan brunch” di Isa Chandra Moskowitz.
Questa ricetta la dedico ad Alessandra, una deliziosa ragazzina che è stata ospite del B&B con i suoi genitori, altrettanto deliziosi.
Non potrò dimenticare la sua spontaneità nell’esclamare, dopo aver visto il piatto con il suo waffle: “Li adoro!”

Naturalmente per realizzare i waffle è necessario disporre del fattapposta….
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Ingredienti (per 6-7 waffle):
2 cup (*) di latte vegetale a scelta (io uso riso o mandorla autoprodotto)
1 teaspoon aceto di mele
1 cup e mezza di farina di mais fioretto (quella impalpabile)
1 cup farina, a scelta (io uso la zero ma anche integrale bio)
1 tablespoon(*) lievito per dolci (io uso polvere lievitante per dolci Baule Volante)
1/4 cup zucchero (io uso quello di canna)
1/4 cup olio di mais o girasole (la ricetta americana parla di canola oil)
1/2 teaspoon (*) di sale
Frutta fresca di stagione per guarnire
Sciroppo d’acero

(*) non è un vezzo nè un esterofilia (come mi hanno fatto più volte notare) non tradurre “cup” in “tazza” o “teaspoon” in “cucchiaino”. Le cup  e i teaspoon o i tablespoon sono vere e proprie misure di capacità.  L’alternativa sarebbe quella di scrivere il peso degli ingredienti ma, in questo caso, non li ho mai pesati…. Perdono!!

Procedimento:
Versare il latte in una ciotola e aggiungervi l’aceto di mele.
Lasciarlo da parte una decina di minuti  in modo che cagli un pochino (avverto che non caglia molto ma non importa).
In un grande recipiente versare tutti gli altri ingredienti secchi  (farina di mais, farina, polvere lievitante, sale e zucchero).
Aggiungere il latte – che si era lasciato da parte – e l’olio.
Mescolare bene con la frusta per evitare grumi.
Ungere leggermente con il pennello la piastra elettrica dei waffle e, quando è al massimo calore (nella mia si accende una spia), versare una dose di impasto in entrambe le “cavità”.
Abbassare la piastra e attendere 5 minuti (o secondo le istruzioni del costruttore).
Guarnire con frutta fresca e sciroppo d’acero!
Sto ascoltando uno dei pezzi di Dave Matthews Band che amo di più in assoluto, “Bartender” .
Mi ricorda di quando vivevo a New York, uno dei periodi più intensi ed elettrizzanti della mia vita anche se non il più facile e di quando frequentavo il bar The Bean, vicino a casa (ne ho scritto qui) e mi tuffavo nelle strepitose torte vegan!!!!

E poi oggi è il dodicesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle. Never forget 9/11!!  A dieci anni dalla tragedia ero a New York. Ne ho scritto qui.


Crostata di pistacchi con crema di fragole e cioccolato

crostata

E’ da un po’ che non pubblico ricette e lo spunto a ripubblicare qualche preparazione me l’ha dato Davide, affezionato lettore e commentatore che, vedendo la foto di questa crostata, sulla pagina FB del mio B&B, mi ha chiesto le indicazioni per prepararla.
La ricetta l’ho trovata sulla rivista “Cucina naturale” di maggio 2013.
L’ho riprodotta fedelmente anche se la prossima volta apporterò qualche piccola modifica che, nella lista degli ingredienti elencati qui sotto, metterò fra parentesi in grassetto blu.
Il titolo di questo post corrisponde a quello della ricetta.

Ingredienti per 8 persone

Per la base:
200 grammi farina semintegrale + 1 cucchiaio per lo stampo
50 gr zucchero di canna
100 gr pistacchi (toglierne un cucchiaio per la decorazione)
1 cucchiaino di lievito per dolci – 5 gr
6 cucchiai di olio EVO o di girasole (ho usato girasole + 1 cucchiaio per lo stampo
acqua (mezzo bicchiere)

Per la crema di fragole
600 grammi di fragole (toglierne 4- 5 per la decorazione)
1 cucchiaino di scorza di limone grattuggiata
1 cucchiaino agar agar (2 cucchaini di agar agar)
50 gr zucchero canna
200 ml acqua

Per la decorazione
4-5 fragole grandi (tolte dai 600 grammi per realizzare la crema)
1 cucchiaio di pistacchi (tolto dai 100 grammi per l’impasto)
50 gr cioccolato fondente

Procedimento per la base:
In una ciotola, mescolare la farina con lo zucchero, il lievito e i pistacchi tritati finemente (si possono tritare con il macinino elettrico del caffè), tranne un cucchiaio da usare per la decorazione.
Formare una cavità  e versarvi l’olio e l’ acqua, quindi impastare con cura per qualche minuto. Formare una palla con l’impasto e lasciarlo  riposare per mezz’ora.

Procedimento per la crema di fragole:
Pulire le fragole e metterne da parte 4-5 grandi per la decorazione.  Frullare le restanti fragole insieme alla scorza di limone fino a ottenere una crema molto fine.
Scaldare in un pentolino 200 ml di acqua con lo zucchero fino a farlo  sciogliere del tutto.
Prima dell’ebollizione unire l’agar agar, ridurre la fiamma e proseguire per un paio di minuti sempre mescolando.
Unire questo sciroppo alla crema di fragole che comincerà ad addensarsi.

Stendere la pasta lasciata riposare e rivestire una tortiera per crostate da 28-30 cm (la prossima volta ne userò una di diametro inferiore, NdR), precedentemente oliata e infarinata.
Bucherellare il fondo con una forchetta e infornare a 180 gradi per 15-20 minuti (nel mio forno, sempre controllando la fase di cottura, l’ho lasciata 35 minuti.)
Togliere dal forno e lasciare raffreddare la crostata (con questo freddo basta lasciarla 10 minuti sul balcone!)

Farcire con la crema di fragole e sistemare la crostata in frigorifero in modo che la crema si addensi ulteriormente.

Procedimento per la decorazione:
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato.
Farlo colare su un foglio di carta forno, appoggiato a un vassoio, disegnando, con un cucchiaino o altro strumento idoneo, una spirale o un disegno a piacere.
Lasciare raffreddare il disegno di cioccolato.
Affettare le fragole per il lungo e disporle lungo la circonferenza della crostata.
Sistemare le decorazioni di cioccolato e completare con la granella di pistacchi!
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Ascoltando un irresistibile Dave Matthews in “Bartender” gustare una fetta di crostata è ancora più invitante!
Grazie Davide per l’invito a riprendere a pubblicare qualche ricetta!!


Parliamo di comprensione davanti a un “cous cous” di cavolo romanesco

empatia

Partecipo con questo post alla tavola rotonda ideata da Barbara
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che, in questo mese, propone come argomento la comprensione.
E’ un dibattito interessante e di grande attualità oltre che estremamente complesso proprio perché presuppone la reciprocità relazionale. Ma, anche questa volta, pur cercando di non eccedere in semplificazioni, cercherò di far prevalere la sintesi.
E’ nella comunicazione che si concretizza la  reciprocità relazionale  orientata alla comprensione e all’intesa.
Ma, per poter comprendere l’altro e far in modo che anche l’altro ci comprenda, è fondamentale accertarsi della cultura del nostro interlocutore. Considerare, quindi, non solo il codice linguistico (parlare la stessa lingua) ma anche il codice culturale (condividere gli stessi valori).
Ciò significa che la comprensione debba presupporre  e possa concretizzarsi più facilmente attraverso la compatibilità fra soggetti che comunicano.
Comprendere non significa solo mettersi nei panni dell’altro, provare empatia, ma anche avvicinare l’altro alla nostra sfera affettiva, personale, intima, senza pregiudizi nè giudizi morali.
Comprendere significa sentire una voce di dentro che ci guida verso l’altro, ne mette in risalto la sua essenza e ci affranca dalla corazza protettiva che costituisce il nostro riparo.
Non è facile comprendere perchè non è facile mettersi a nudo, palesare le nostre vulnerabilità, le nostre debolezze. E’ un atto di grande sforzo che richiede un prezzo che non sempre si è disposti a pagare ma che, senza ombra di dubbio, ci viene restituito come arricchimento personale di grande valore.
E la ricetta che abbino alla discussione  è un cous cous di cavolo romanesco. Una ricetta crudista.
cous cous di cavolfiore

Ingredienti per 4 persone:
Un cavolo romanesco
Una manciata di pinoli
Una decina di pomodori secchi sminuzzati
Qualche cappero sotto sale (facoltativo)
Olio evo
sale, pepe
Succo di mezzo limone

Procedimento:
Frullare il cavolo nel mixer per qualche secondo fino a sminuzzarlo in piccoli pezzi omogenei, simili al cous cous.
Disporre il “cous cous” in un’insalatiera in cui si aggiungeranno gli altri ingredienti.
Mescolare e servire, ascoltando la divina Nina Simone in Feeling good


Tavola rotonda: l’uguaglianza e gnocchi di pane

Equality
Partecipo anche questo mese alla Tavola Rotonda
ideata da Barbara che propone, questa volta, un argomento tanto interessante quanto controverso. Meriterebbe una trattazione più articolata e analitica di quanto esporrò ma non voglio annoiare.
Mi preme, però, esprimere il concetto, sintetico ma non superficiale.

Il concetto di uguaglianza mi evoca un significato tendenzialmente negativo che riconduce all’appiattimento, alla massificazione, all’omologazione, al livellamento.
L’uguaglianza, a mio avviso, dovrebbe essere un principio ispiratore delle opportunità da offrire a tutti nella stessa misura per far sì che, in seguito, si esprimano le diversità nella loro più alta accezione.
Sono, infatti, solo le diversità – che si impongono nel tempo – che favoriscono il confronto, la crescita, la comunicazione, il progresso. E la libertà.
Se fossimo (stati) tutti uguali saremmo ancora all’età della pietra perchè sarebbe venuta meno la tensione a un pensiero fecondo che facilita il confronto, favorisce la comunicazione,  promuove la crescita individuale e collettiva.
La ricetta che propongo per la Tavola Rotonda sono gli gnocchi di pane.
Gnocchi di pane

Ingredienti per 4 persone:
Pane integrale raffermo (nel mio caso si trattava di un pane  mal riuscito perchè non ben amalgamato dalla macchina del pane che ne ha lasciato delle zone crude)
Acqua q.b.
Semi di cumino
Sale
Salsa di pomodoro
olio evo
Farina q.b.
Parmigiano vegano (lievito alimentare+mandorle tritate finemente)

Procedimento:
Sbriciolare grossolanamente il pane in una ciotola capiente. Aggiungere i semi di cumino e tanta acqua quanto basta per ammorbidirlo bene.
Meglio mettere meno acqua piuttosto che più del necessario (eventualmente aggiungerne un pochino alla volta).
Lasciare riposare questo impasto il tempo necessario a far assorbire bene l’acqua (un paio d’ore ma anche di più).
Impastare bene con le mani avendo l’accorgimento di amalgamare accuratamente tutto l’impasto evitando di lasciare crosticine o pezzetti non intrisi.
Se l’impasto è ben compatto non necessita di aggiunta di farina.
Formare delle palline grandi come una noce che andranno versate nell’acqua bollente salata  e saranno tolte con una schiumarola man mano che vengono a galla (in genere  dopo 3 minuti).
Per la salsa: versare in una casseruola un cucchiaio di olio evo, la passata di pomodoro e un po’ di semi di cumino. Cuocere per 15 minuti.
Disporre gli gnocchi nella casseruola in cui si trova la salsa, mescolare bene e servire caldissimi con una spolverata di parmigiano vegano.

Sto ascoltando …..Simona Molinari con Peter Cincotti in La felicità (da Sanremo 2013)