Archivi del mese: novembre 2022

Lettera a un professore

Egregio Professore di Matematica e Fisica,

ha interpretato alla lettera l’esortazione del Ministro dell’Istruzione (e del Merito…SIC) all‘umiliazione, valutando mio nipote, 17 anni, quarta Liceo Statale, in due verifiche rispettivamente di matematica e fisica con un voto che credo non sia nemmeno contemplato nelle valutazioni ministeriali: 1+ (UNO PIU?)!!

Mio nipote  non si ammazza di studio matto e disperatissimo – per dirla con il Leopardi – fa il minimo sindacale e, a volte, nemmeno quello. 

Ma lei non è autorizzato a umiliarlo, a mortificarlo dandogli quel voto ridicolo ( 1+) che, se qualifica negativamente la verifica di mio nipote perché ha studiato poco e male, qualifica anche lei come un educatore omologato, anzi, direi un insegnante bullo. Lei si dimostra come un docente che si limita a erudire, a snocciolare nozioni come le giaculatorie, a svolgere la mansione di impiegato statale e non di educatore che include e non lascia indietro nessuno.

Sì, perché valutare con 1+ una verifica, ancorché negativa, significa che il primo errore l’ha commesso lei. E poi, che significa quel + accanto a un voto come UNO?  Perché ha scritto bene il suo nome e cognome e la data?

Vorrebbe infliggergli lavori socialmente utili come ha esortato il Ministro?

Il compito dell’educatore è, appunto educare, non addestrare, è rendere liberi e capaci all’autodeterminazione, all’autocritica.

Educare deriva dal latino educěre, cioè trarre fuori, tirar fuori ciò che sta dentro. Non solo inserire. E questo vale per tutte le discipline, matematica e fisica comprese.

Lei, caro Professore, considera la scuola una catena di montaggio, che tratta tutti con eguaglianza, allo stesso modo. La scuola deve trattare con equità, non con eguaglianza perché un individuo non è uguale a un altro. La scuola è il luogo in cui ogni studente dovrebbe avere gli strumenti per trovare la sua strada. La scuola deve incuriosire, aiutare a scoprire il proprio talento, le proprie ispirazioni. Perché la scuola deve ispirare.

Mio nipote è uno studente atleta (Status previsto dal Ministero dell’Istruzione….e del Merito), ha una passione, quella del calcio perché quando ha iniziato a fare sport, come quasi tutti i bambini, ha trovato un allenatore-educatore che è stato in grado di trasmettergli una passione. Ecco, la passione allo studio e al sapere che  non sono in grado di trasmettere i professori come lei.

Mio nipote è un ragazzo solido, sereno e gioioso, anche grazie allo sport, e grazie alla sua famiglia che lo incoraggia, lo segue e lo stimola. Ma quanti ragazzi meno forti di lui cadono in depressione, soffrono di disturbi alimentari, si sentono dei falliti e abbandonano la scuola finendo in mezzo alla strada?

Sono certa che lei, a sua volta, non ha avuto insegnanti in grado di trasmetterle quei valori fondamentali che ogni educatore dovrebbe possedere per trasmetterli. Lei non è stato ispirato durante i suoi anni di scuola. Perché solo chi è ispirato può ispirare. Questo a sua parziale discolpa. Molto parziale….