Archivi del mese: novembre 2014

Malinconia…..

Mi capita spesso, specie in questo periodo di discrete tribolazioni mentali e di problemi reali – più di questi che di quelle –  di invocare l’aiuto della mia mamma Lidia che se ne è andata l’anno scorso, a marzo.
Vorrei averla qui con il suo ottimismo e la sua facilità ad adottare strategie d’attacco per superare gli ostacoli.
Era solita dire “ vado tra le gambe del diavolo ma voglio arrivare all’obiettivo“. Non sono come lei.
Sono incline allo scoramento e alla malinconia se vedo un ostacolo.
Con lei il rapporto non è stato facile e, per alcuni anni, ha raggiunto risvolti se non drammatici sicuramente molto tormentati. Per un lunghissimo periodo ci eravamo allontanate per poi riavvicinarci.
Lidia era di una generosità materiale quasi patologica. E di questo ne vado fiera.
Sono meno fiera di certe sue interferenze (pesanti)  nella mia vita che mi hanno tarpato le ali bocciando certe mie scelte e orientandomi verso altre a suo dire più adatte a me.
Ma nonostante il rapporto difficile che abbiamo sempre avuto – non lo nego – anche per certe ruvidezze del mio carattere, ora mi manca. E la invoco, ogni giorno.
Dedico a Lidia questo pezzo di Mahalia Jackson “Amazing Grace” che lei adorava.


Siamo asini nell’inglese (e non solo) ma……

 

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E’ vero, noi italiani siamo tra gli ultimi nella classifica della conoscenza dell’inglese e anche con altre lingue non andiamo meglio.
E – oltretutto – non siamo come i francesi che hanno una spiccata avversione verso la lingua inglese.
Chi non ricorda il Grande Francois Mitterand che disse, infastidito,  a una giornalista ” Tout le monde dit OK, sauf Francois Mitterand”  E la sua interlocutrice – un’idiota – gli risponde “OK, Monsieur le Président!” facendolo indispettire.  Qui il video, dura solo 25 secondi.

Al contrario, probabilmente per un’incoercibile tensione esterofila, anzi anglofila, ci pavoneggiamo con improbabili frasi cadendo  nel ridicolo.
Quello che mi fa inorridire non sono tanto gli italiani che farfugliano o scrivono strafalcioni in varie lingue, inglese in primis, ma gli italiani – parlo di quelli con studi dalle superiori in su – che bistrattano la nostra magnifica lingua.
Chi confonde gli apostrofi con gli accenti (scrivono un anziché un po’).
Chi omette gli accenti o li butta a casaccio dove non vanno (scrivono quì anziché qui, oppure la – inteso come avverbio di luogo –  anziché , oppure  o va’ – inteso come terza persona sing. indicativo di andare – invece di va, idem per fa o fa’ anziché  fa, ecc. ecc.). Va’ e fa’ non sono errori se intesi come troncamento di vai o fai (seconda persona dell’imperativo del verbo andare o fare).
La lista è, ovviamente, parziale. Ma sarebbe lunghissima……
Quindi, peccato veniale sbagliare le parole inglesi (a meno che non si sia docenti di lingua inglese!!).
Gravissimo è fare errori grammaticali o di sintassi.
Ecco, chi giudica male noi italiani in fatto di lingue, dovrebbe chiedersi se la propria lingua la conosce bene.
Ciò detto, invidio i bilingui perfetti.
Dedico ai bilingui perfetti un magnifico Stefano Bollani (che stasera è al Blue Note di Milano) in un Jazz piano solo.