Intervista a MarthaJ, cantante jazz

Ho conosciuto MarthaJ  di persona, alcuni anni fa, grazie a conoscenze comuni ma non ci siamo mai frequentate e mai più  incontrate.
La conoscevo come cantante di un genere che non incontra il mio gusto ma, sapendo che avrebbe partecipato al festival di Sanremo la seguii in TV. In fondo era una persona che conoscevo e mi faceva piacere dedicarle tempo. Nonostante il contesto, apprezzai la sua voce, certa che potesse sviluppare timbri più vicini ai canoni da me apprezzati.
Il caso, anche questa volta, mi è venuto incontro e mi ha fatto ritrovare MartaJ, di persona, a pochi metri da casa mia. La piacevole sorpresa è stata scoprirla nel firmamento jazz genere che, come noto, accompagna la mia vita e che, purtroppo,  in Italia è ancora di nicchia. Per intenditori…….
Le ho chiesto, quindi, se fosse disponibile a un’intervista per il mio blog.
Quando e come hai incontrato la musica?
Fina da piccolissima (2 o 3 anni) la musica mi ha sempre interessato, rubavo a mio padre i 45 giri di Fred Buscaglione per metterli nel mio mangiadischi. Credo anche di aver cantato da sempre: la mia maestra delle elementari conservava una cassetta in cui c’ero io che cantavo.
Circa in terza elementare ho iniziato lo studio della chitarra classica, che ho lasciato dopo un anno circa: l’insegnante disse a mia madre di non mandarmi più a lezione perché secondo lui io non ero portata per la musica.
Io però ho continuato a suonare la chitarra per conto mio: alle scuole medie ho avuto una botta di Beatles-mania (credo che venga a molti da ragazzini, una specie di morbillo!) e sapevo suonare e cantare tutte (ma proprio tutte!) le loro canzoni. A tredici anni, cantavo con degli amici sulla spiaggia e uno mi ha detto: “Ma lo sai che tu canti come Joni Mitchell?”. Io non sapevo chi fosse e ho cercato i dischi di questa cantante canadese, di cui mi sono innamorata subito. Anche di lei, ho imparato a cantare e a suonare tutte (quasi) le sue canzoni!
Nel frattempo, ho iniziato a conoscere anche altri cantautori americani: Bob Dylan, James Taylor, Tom Waits… E più avanti ho conosciuto il jazz: il primo disco di jazz che ho sentito era un live di Ella Fitzgerald al festival di Montreaux. Sono rimasta folgorata e da allora il jazz non è più uscito dalla mia vita.
Vieni da una famiglia di musicisti?
No, nessuno in casa mia suona strumenti musicali. Però è una famiglia “musicale”: mia mamma ha costantemente la radio accesa e mio padre ha sempre amato la musica e spesso cantava, anzi cantavamo tutti insieme.
So che nel nostro paese vivere di Jazz è difficile. Canti solo jazz o hai dovuto accettare qualche piccolo compromesso, tradendo il jazz?
In Italia vivere di qualsiasi genere di musica è difficile! Se pensi che la paga minima sindacale è di 40,62 euro lordi (il netto è 32,50 euro)… questa paga si riferisce anche a musicisti che suonano in orchestra (diplomati in conservatorio ecc ecc), sia per gli spettacoli che per le prove. Fa ridere, vero?
Comunque tornando a noi: in passato ho avuto l’occasione di registrare album per delle major (PDU/EMI) e di partecipare a festival importanti (o meglio, di grande visibilità) e il repertorio ovviamente doveva rispecchiare le richieste della casa discografica.
Non è stato semplice, anche perché io credo di non essere affatto capace di cantare bene il pop italiano. Soprattutto non è stato semplice cercare di essere quello che non sono, ma tutti mi dicevano che era un’occasione da non perdere, che poi le cose sarebbero cambiate, che in ogni caso ne valeva la pena eccetera eccetera.
In effetti qualche risultato c’è anche stato, anche se non eclatante, ma sempre di più il mondo della musica pop mi stava stretto, quindi ho mollato tutto: ho rotto tutti i contratti e addio per sempre! Così sono diventata un’artista indipendente. E devo dire che sono contenta: ho avuto moltissimi riconoscimenti, nonostante i budget risicati e la mancanza di un’organizzazione che sostiene il mio lavoro (booking manager e ufficio stampa, per esempio).
Sara Vaughan, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Nina Simone, Diana Krall, Patrizia Laquidara, Simona Molinari……..Qual è la tua musa ispiratrice?
Devo dire che i miei riferimenti sono sempre stati rivolti al passato, quindi Billie Holiday ed Ella Fitzgerald principalmente. Quando ho iniziato a cantare jazz, ho studiato moltissimo, più di tutti gli altri, il modo di cantare di Chet Baker. Ho ascoltato anche molto Nat King Cole.
Per l’improvvisazione, non mi baso su quello che fanno i cantanti (a parte Ella Fitzgerald!), ma sulla improvvisazione di musicisti (ad esempio, ancora Chet Baker): infatti ho studiato e studio improvvisazione con un sassofonista (e non con un insegnante di canto).

Che tipo di orchestrazione preferisci per la tua musica? 
Mi piacciono sia le atmosfere delicate del duo voce e piano, sia quelle più robuste del quartetto. Dal vivo, propongo la mia musica sia in duo (voce e piano), con un Acoustic trio (voce, piano e contrabbasso), con un ElekTrio (voce, tastiere e batteria) e ovviamente anche con il quartetto.
Per ora il quartetto ha rappresentato lo sfondo più utilizzato per i miei album: il primo cd con gli standard jazz (“That’s It!”) era in quartetto: Francesco Chebat, piano – Roberto Piccolo, contrabbasso – Stefano Bertoli, batteria.
Era il 2008 e avevamo prenotato la sala d’incisione per tre giorni. Dopo un giorno e mezzo avevamo già registrato tutti i brani del cd, così siamo rimasti in sala io e Francesco e abbiamo fatto un altro cd, piano e voce, che è uscito contemporaneamente a That’s it” e si chiama “No One But You”.
Le critiche sono state molto favorevoli e questo ha spinto me e Francesco a scrivere 11 brani per un nuovo cd: “Dance Your Way to Heaven” che è uscito nel 2010, sempre con il quartetto.
Il prossimo Febbraio/Marzo sarà disponibile un nuovo album: “Harlem Nocturne”, dedicato ancora agli standard del jazz, questa volta arrangiati secondo il nostro stile e sempre eseguiti in quartetto.

Il fenomeno Amy Winehouse ha portato un po’ di jazz e R&B nel pop. Cosa ne pensi?
Penso che era bravissima, che alcuni suoi brani sono da manuale e che rimarrà un’icona indimenticabile della storia della musica.
E’ incredibile perché se ascolti i suoi cd (non l’ultimo uscito postumo, che mi sembra un po’ così così) non c’è davvero niente di innovativo: ogni brano propone un clichè musicale del mondo R&B, ma così ben fatto e cantato con così tanta originalità che il successo è stato meritato. Impossibile copiarla!
Giovanni Allevi racconta, nel suo libro “La musica nella testa”, di aver bussato al Blue Note di New York fino a che non lo hanno fatto esibire. Pensi che in Italia possa funzionare?
Boh! non ho mai bussato al Blue Note: ci provo e ti faccio sapere!
Secondo me questa di Allevi (come tante altre sue frasi e come anche la sua musica) è una bella trovata che fa colpo, ma non è reale. Non serve a nulla fare una serata in un locale importante, se non hai alle spalle la qualità della musica che proponi, il talento, il lavoro e la fatica… e anche un’organizzazione che promuove efficacemente la tua musica nei canali giusti, l’ocasione di farti sentire anche in radio, eccetera eccetera.
Insomma, una serata al Blue Note non cambia la vita! 🙂
Quali sono i tuoi hobby?
Non ho molto tempo per gli hobby. Leggere può essere considerato un hobby? Leggo tantissimo, romanzi principalmente. Sono stra-fan di Stefano Benni, Daniel Pennac, Fred Vargas… e mille altri che non mi vengono in mente ora.
Una cosa a cui non rinuncio MAI è il mio appuntamento settimanale con lo yoga.
Io sono vegan, per motivi etici. Che tipo di cucina apprezzi?.
Io mangio un po’ di tutto, non seguo una dieta particolare. Mangio pochissima carne, molta frutta e verdura e pasta. Adoro le minestre e la polenta (anche d’estate) e la pizza!
Con il mio lavoro, sono spesso in giro e ho l’occasione di assaggiare piatti diversi, spesso tipici dei luoghi dove mi trovo e questa cosa di assaggiare, provare, sperimentare gusti nuovi mi piace molto.
Non amo i dolci, mi piace il vino, specie rosso e specie quello del nostro nord-est (vini veneti e del trentino). Adoro lo champagne, ma, visto che da qualche tempo abito in zona, sto iniziando ad apprezzare il nostro prosecco.
Non so se riuscirei a seguire una dieta vegan: forse riuscirei a rinunciare a carne e pesce (che già mangio raramente), ma non so se riuscirei a fare a meno di uova e formaggio per esempio.
Grazie MarthaJ!  GO JAZZ!!
Naturalmente sto ascoltando  MarthaJ in The never ending dance.
Per chi vuole scoprire la discografia di MarthaJ, clicchi QUI

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12 responses to “Intervista a MarthaJ, cantante jazz

  • accantoalcamino

    Un belissimo post, sei fortunata (lo dico a tutti quelli che vivono a Milano:-) ) ad avere l’occasione diincontrare per caso persone interessanti che so non passeranno mai vicino casa mia 😦 …buona giornata.

  • CescaQB

    Che bello leggere le tue interviste! Sai che da come scrivi mi sembra di ascoltare un dj alla radio…di notte…bellissimo! E poi con tanto di pezzo alla fine per la serie “mò prendete al volo sta canzone!”
    Bello bello bello aspetto le prossime 😉

  • giusy

    E’ interessante conoscere qualcosa di più sul retroscena dei musicisti-cantanti italiani, quelli non famosissimi ma che di musica vivono degnamente, con fatica ma con passione, con la continua incognita del domani ma nel contempo liberi di cogliere al volo le occasioni e le novità che un lavoro del genere può dare.
    Capisco che per raggiungere i propri scopi si debba purtroppo passare per qualche compromesso, ma lo si può considerare come un indesiderato punto di passaggio, una specie di tirocinio “generico” per poi specializzarsi nella propria vena artistica. Martha ha avuto coraggio a cambiare rotta, ma è stata una scelta necessaria: già è brutto e scoraggiante dover fare un lavoro che non piace, figuriamoci imbrigliare una vera passione entro limiti angusti e non sentiti!
    La voce di Martha è molto bella, sofisticata, congeniale al genere.
    Le auguro di trovare sempre grandi soddisfazioni nella magica strada intrapresa!

    • Titti

      @accantoalcamino: grazie Libera! Vivere a Milano dà delle opportunità in più ma le occasioni ci sono anche nei piccoli centri. Per esempio, a maggio, pare arrivi il Dalai Lama a Udine e non vorrei perdermi l’occasione. 😀

      @Cesca: mamma mia, Fra, che complimentone (immeritato!!) 😀

      @Giusy: soprattutto certa musica, di nicchia, risente di certe penalizzazioni e, aggiungerei, di certe cifre poco dignitose a fronte, non solo della passione e del talento ma anche della fatica e dello studio.
      Il jazz non è musica da “laboratorio” (per intenderci, mi riferisco a Madonna – ma non solo, ovviamente – che, non sono io a dirlo ma critici musicali, non sa cantare), non è scenografia (a volte pacchiana), non è show biz ma è studio intenso. Martha ha una voce da jazzista, sofisticata, hai ragione. 😀

  • b&k

    Certo che anche tu sei un’artista: crei bellissimi gioielli, ti dedichi alla cucina con successo, scrivi in modo interessante, ascolti ottima musica e fai delle bellissime interviste…grande titti! 🙂

  • accantoalcamino

    Allora ti aspetto!!! Un salutino anche a te..oggi ricettina “quasi” perfetta per te: puoi omettere le uova, puoi usare il burro di soia, il tofu affumicato ed è fatta 🙂
    Bacione.

  • Katy

    Mi piacciono tanto le tue interviste, scorrono fluide e, a conclusione, ti lasciano sempre qualcosa…come questa splendida canzone.
    Bravissima Titti e tanti complimenti a Marta 🙂

  • giusy

    Per fortuna il jazz sta vivendo una rinascita interessante, in Italia. Forse ho solo l’esempio qui in Trentino, ma in estate ci sono festival e serate jazz dapertutto! Qui abbiamo Valsugana Jazz oltre una rassegna di un mese e mezzo, una volta la settimana, con 3 concerti in simultanea per le vie del paese, proprio a Levico. Poi ci sono serate nei locali, a Rovereto c’è un locale solo di concerti jazz per tutto l’anno, in Val di Non c’è un altro grande festival estivo, ecc. La mia insegnante di canto è jazzista e tra Trentino, Alto Adige e Austria si esibisce spessissimo.
    Se questo genere di musica viene presentato perfino nelle piazze e c’è il seguito di pubblico che vedo io, beh, ci sono buone prospettive per questo settore, che è di “nicchia” solo in quanto non compare proprio nelle hit parade, a parte anche lì qualche eccezione strepitosa.
    Lunga vita al jazz!

  • Herbs

    belle le tue interviste, Titti!
    seguono un filo logico definito, le domande sono ben pensate, studiate, c’è della preparazione e tanta passione dietro… come mai non fai la giornalista?
    questa ragazza mi sembra una persona semplice e disponibile, appena posso ascolterò qualcosa di suo, mi trovo d’accordo anche quando replica alla frase scritta nel libro di Allevi (che io sopporto veramente poco, soprattutto da quando fa pubblicità per la fiat -__- )..
    un abbraccio cara!

    • Titti

      @b&k: Davìda, sono arrossita come un pomodoro maturo!!!! 😀 GRAZIE!!! (ma sono moooooolto meno!!!)

      @accantoalcamino: sarebbe una grande occasione incontrarsi!!! Poi vado a vedere la ricettina!! 😀

      @Katy: grazie cara, sei troppo gentile (e io gongolo!!) 😀

      @giusy: il Trentino è una grande regione, lo so! Molto avanti per quanto riguarda l’arte e, soprattutto, la musica.
      Anche a Torbole, da tanti anni, fanno una rassegna jazz, in estate, invitando i migliori jazzisti sulla piazza.
      Mi piacerebbe ascoltare la tua insegnante di canto. Se è su You Tube mandami il link.
      Lunga vita alla musica, eternità al Jazz!!! 😀

      @Herby: ma grazie!!!! mi farebbero piacere anche le critiche per migliorare….Fare la giornalista non mi sarebbe dispaciuto se non avessi scelto altre strade e altri percorsi formativi. Ahh, vorrei vivere tre vite per riuscire a far tutto!!! Allevi lo sto rivalutando (in negativo) anch’io….
      E’ vero, Marta è una ragazza semplice e diretta, senza sovrastrutture, una vera artista.
      Un abbraccio forte anche a te!! 😀

  • giusy

    Purtroppo non ama registrazioni di nessun tipo, tanto meno video. Si chiama Shanti Roat, è una singalese adottata fin dall’infanzia, ha studiato al conservatorio ed ora insegna in varie scuole musicali, canto ma soprattutto pianoforte. Purtroppo la sola vita concertistica, pur avendo in ballo più di una band, non paga a sufficienza, come giustamente dicevi. Inoltre in questi ultimi anni i cachet sono terribilmente diminuiti, causa la “crisi”, ovviamente…

    • Titti

      @Giusy: ho ascoltato i link che mi hai mandato! Che voce! Una voce jazz!! E che chitarra quella di Manuel! Mi piacerebbe incontrarli e ascoltarli dal vivo! Grazie per avermeli indicati!!!!!!!!!! 😀 😀 😀
      PS E che bel ragazzo Manuel…. 😉 😉 😉

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